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Nuova vita per le terme Inps, riapertura del Bagnaccio e creazione di un brand viterbese: ecco il piano termale di Chiara Frontini

In consiglio approvato l’ordine del giorno relativo al termalismo, l'amministrazione ha tracciato il solco da seguire ma gli ostacoli sono tanti

Stamani, mentre in Comune di discuteva di termalismo, in piazza del Plebiscito andava in scena una guerriglia urbana. Durante la seduta si udivano gli spari - finti - dal set di The Jackal, il film che la Disney sta girando a Viterbo. Più volte i rumori della scena, una protesta anni ‘70, hanno interrotto i lavori, tra l’ilarità di consiglieri ed assessori. Malgrado il clima leggero, però, il tema era decisamente serio, dato che la giunta Frontini doveva approvare il piano relativo al sistema termale.

L’ordine del giorno, presentato da Giancarlo Martinengo e Ugo Poggi, prevedeva di impegnare la giunta su una serie di questioni di rilevanza assoluta. Rivitalizzazione delle Ex Terme Inps, riapertura del Bagnaccio, definizione di una chiara strategia di marketing ma non solo. Un vero e proprio piano strategico per il termalismo, costellato però da diversi ostacoli, alcuni dei quali difficili da superare.

EX TERME INPS

La prima proposta richiederà già molto lavoro da fare: “Richiedere - si legge nell’odg - entro 30 giorni la costituzione di una commissione di lavoro permanente Regione/Comune, di cui faranno parte gli Assessori e i Dirigenti al termalismo, per procedere in tempi rapidi alla definizione dei vari aspetti che porteranno a nuova vita le Ex Terme INPS, secondo quanto previsto dallo studio di fattibilità approvato con Delibera di Consiglio Comunale n. 64 del 30/06/2022, ivi compresi un piano per gli emungimenti di acqua termale necessari di cui dotare la struttura, i dati urbanistici e vincolistici dell’area necessari per procedere con un piano industriale, a seguito dei quali dare corso alla progettazione per la pubblicazione di un bando di gara o, nel caso venga presentato un project financing, qualora ritenuto valido, a procedere con la messa a bando di detto progetto”. Poi, Martinengo e Poggi citano la European Historic Thermal Towns Association, l’associazione delle città termali europee: “Avviare le procedure per l’adesione alla EHTTA, che permetterà alla nostra città di partecipare ai principali tavoli decisionali europei in tema di marketing e networking nel settore termale”.

MARKETING INTERNAZIONALE

Il marketing è un tema che, evidentemente, sarà centrale nel piano. Tanto che l’assessore Franco, stamani, ha presentato con tanto di slides la sua ricerca su come promuovere il parco termale cittadino. Una presentazione che non tutti hanno gradito: “Sembrava più una lezione universitaria che altro”, ha commentato lapidariamente il leghista Andrea Micci. L’ordine del giorno, a tal riguardo, recita così: “Varare una strategia di marketing e branding territoriali che punti sulla qualità ambientale e le capacità terapeutiche delle acque termali, da sviluppare anche in sinergia con gli imprenditori locali del settore, e prendendo a riferimento le caratteristiche/proprietà dell’acqua di cui comunicare la qualità oggettiva (attraverso analisi di laboratorio) e immateriale (attraverso un apposito storytelling)”. Difatti, nella sua spiegazione, Franco non ha parlato di termalismo toutcourt ma ha diviso il tema in tre asset, proponendo di promuoverli singolarmente. Ma bisognerà ancora valutare ulteriori studi e ricerche prima di avere contezza della mole di lavoro.

SALVAGUARDIA DELLE RISORSE

Altro aspetto che dovrà essere attenzionato, poi, è quello della salvaguardia delle risorse naturali. Uno sfruttamento non intensivo e sfrenato ma utile e bilanciato, che dovrà essere osservato nell’arco della consiliatura in ossequio al programma di governo. Nello specifico, l’amministrazione dovrà mettere in atto procedure finalizzate a “regolare la perforazione di nuovi pozzi all’interno del bacino termale; mappare e controllare in maniera stringente la presenza di pozzi abusivi al fine di chiuderli definitivamente, monitorare i flussi idrici dalle emergenze in concessione all’interno del bacino; garantire la qualità delle acque anche attraverso la limitazione dell’utilizzo di input agricoli nocivi; incentivare, per le concessioni pubbliche e private, il riciclo delle acque; regolamentare la gestione dei fanghi termali secondo le indicazioni pervenute dalla Regione e predisponendo un piano di coltivazione corredato da un disciplinare per la gestione dei fanghi”.

QUESTIONE BAGNACCIO

Infine, ultima, ma non per importanza, c’è la questione del Bagnaccio. Rispetto a questa situazione, Frontini ed i suoi avranno un compito molto chiaro: “Considerare prioritaria la riapertura del sito, nell’ambito delle urgenze ereditate dall’attuale amministrazione”. Questo osservando alcune indicazioni che, sicuramente, faranno discutere: “Privilegiare una risoluzione definitiva del problema, pur nella consapevolezza che ciò richieda un investimento temporale di medio periodo, al fine di restituire ai cittadini viterbesi un bene di primaria rilevanza nell’ambito del termalismo cosiddetto ‘libero’ e a dare priorità nella formazione dei PRINT, varati a seguito dell’adozione delle linee guida dello sviluppo urbanistico della città, avvenuta in data 22/09/2022. Nelle more dell’espletamento di tale procedura, ogni possibile strada per ridurre i tempi di riapertura dovrà essere valutata, anche prevedendo una qualsiasi forma di concessione e gestione temporanea, nel rispetto delle leggi vigenti”.

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