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Giovedì, 25 Aprile 2024
LO SCONTRO

Talete, volano stracci in assemblea Ato: la votazione sull'ingresso dei privati si ripete. Frontini ritirerà il ricorso?

Scontro durissimo tra il presidente della provincia Alessandro Romoli e la sindaca di Viterbo

Talete è ad un passo dal baratro e, con lei, anche la gestione del servizio idrico della provincia di Viterbo. Ieri, a palazzo Gentili si è tenuta l’assemblea Ato, la riunione dei sindaci i cui comuni hanno le utenze gestite dalla Spa pubblica. Come era prevedibile, sono volati letteralmente stracci tra la sindaca di Viterbo, Chiara Frontini (la quale, assieme ad altri cinque colleghi, ha deciso di fare ricorso al Tar contro la decisione di cedere il 40% delle quote societarie ad un socio privato), e la fazione maggioritaria dei primi cittadini, con in testa il presidente della provincia Alessandro Romoli.

Frontini si è presentata alla riunione con un ricorso al Tar in tasca. Documento che, a conti fatti, ha letteralmente bloccato ogni azione di Talete, dalla ricerca del partner privato all’ingresso dei comuni commissariati. Il tutto nel bel mezzo dell’attuale contesto economico, che vede le bollette recapitate all’azienda sfiorare i 27-32 milioni di euro. “Chi comprerebbe - ha infatti spiegato Romoli - le quote dell’azienda sapendo che c’è in corso una pendenza?”. In primo luogo, il presidente della provincia ha anche pensato di bloccare la gara per la ricerca del partner, ma ciò avrebbe significato la morte clinica di Talete. Per questo, dopo una lunga fase nella quale ogni sindaco ha detto la propria, alla fine Romoli ha elaborato il piano per cercare di stoppare tutto sul nascere, giocando di ripartenza.

La strategia è chiara. “A questo punto, propongo di mettere nuovamente ai voti l’ingresso del socio privato congelando, al contempo, l’ingresso dei comuni commissariati. La provincia, detentrice del 12%, si asterrà. Noi abbiamo una situazione chiara, ma subordinata alla tenuta finanziaria di Talete”. Il tutto approvato anche dall’assemblea. Un coupe de theatre che deve aver disorientato, per un istante, anche la stessa Frontini. La quale, tuttavia, sembra aver accettato di buon grado. L’obiettivo di Romoli pare chiaro: è quello di mettere la sindaca di Viterbo con le spalle al muro, nella speranza che quelli che finora l’hanno appoggiata si tirino indietro all’ultimo.

Tra l’altro, prima della riunione, in consiglio provinciale il presidente aveva lanciato stoccate nei confronti di Frontini, pur senza nominarla. “L’irresponsabilità di qualcuno rischia di pregiudicare gli sforzi fatti da tutti per evitare il fallimento”, ha detto Romoli.

Dunque, si torna al voto. Venerdì prossimo, sempre a palazzo Gentili, i sindaci saranno nuovamente chiamati ad esprimersi in merito all’ingresso dei privati. Ora, però, c’è un altra domanda da porsi: che fine farà il ricorso fatto da Frontini e i sindaci “dissidenti”? Stando alla delibera, sarebbe costato quasi 20mila euro, ma questi soldi torneranno indietro nelle casse del comune oppure no? Comunque sia, c’è il rischio che il fronte di Romoli si spacchi per via di alcuni franchi tiratori: sindaci finora rimasti sullo sfondo ma forse pronti al colpaccio.

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