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GIALLO SULL’INCONTRO

Incontro Talete-Arera, il grande silenzio dei sindaci e l'opzione per garantire liquidità alla società

Venerdì i sindaci soci di Talete sono andati a Roma per (ri)chiedere un prestito da 40 milioni, ma sull'esito della riunione regna l'assoluto silenzio

Acqua in bocca. Mai definizione fu più azzeccata, soprattutto in questo caso dove, al centro di tutto, c’è la tenuta della Talete, l’azienda che gestisce i servizi idrici di tutta la Tuscia. Venerdì, i sindaci e i dirigenti della Spa pubblica si sono recati a Roma da Arera per chiedere, anzi, richiedere un prestito da 40 milioni di euro. Ma nessuno dei presenti ha rilasciato dichiarazioni su quale sia stato l’esito del meeting.

Una somma di cui si parla da quasi tre anni che, tuttavia, non è mai arrivata. Ben prima dell’attuale crisi economica, esplosa con la guerra in Ucraina e l’aumento dei costi, e addirittura prima della pandemia, l’allora presidente Bossola paventó l’ipotesi di poter chiedere un finanziamento da 40 milioni all’autorità regolatrice. Un’operazione volta a coprire gli investimenti da fare sulla rete idrica di Talete. Da Arera, però, nessuno ha mai risposto né favorevolmente né contrariamente. Proprio in virtù della mancata risposta, il sindaco di Viterbo, Chiara Frontini, ha spinto sin dalla sua elezione per tornare ad intavolare la discussione nella Capitale. E, venerdì, è stata accontentata.

Tutti a Roma, in sede, per trattare. C’erano, oltre all’amministratore unico Salvatore Genova, anche il presidente dell’Ato Romoli, il sindaco di Civita Giampieri, il vicepresidente della Provincia Nocchi ed altri primi cittadini. Come detto, nessuno di loro ha voluto sbilanciarsi e dare un giudizio sull’incontro. “Se ne parlerà la prossima settimana in Consulta d’ambito”, ha timidamente annunciato qualcuno di loro. E, comunque, per rispetto dei ruoli sarebbe meglio che a parlare sia uno tra Romoli e Frontini. Probabilmente, tra oggi e domani, potrebbe arrivare un comunicato stampa o dal Comune o dalla Provincia. Nel frattempo, Genova prosegue nell’imbastire il piano di ricapitalizzazione, che dovrà essere depositato entro la fine di questo mese. L’ipotesi - ma sono solo rumors - è che potrebbe essere stata trovata la strada adeguata a garantire sia l’erogazione del contributo richiesto che un’iniezione di liquidità. E sarebbe un autentico capolavoro, date le premesse. Anche perchè, come ha ricordato Genova stesso, le perdite d’esercizio potrebbero arrivare a superare il patrimonio netto della società, scoperchiando uno scenario inquietante.

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