rotate-mobile
LA SVOLTA

"Chi dà cibo ai cinghiali commette un reato e rischia di ucciderli": via libera agli abbattimenti nell'Arcionello

Dalla direzione regionale ambientale arriva la conferma: i cinghiali possono essere catturati e abbattuti già da oggi

All’improvviso, mentre Viterbo e i viterbesi - dopo un inverno di calma apparente - tornano a fare i conti con l’annosa piaga dei cinghiali, ecco che la Regione Lazio fornisce finalmente indicazioni precise sulla questione abbattimenti: la cattura e l’uccisione degli ungulati può cominciare seduta stante.

A spiegarlo è Vito Consoli, direttore del settore ambiente regionale, intervenuto al convegno di stamani in Provincia incentrato sulla riqualificazione della riserva naturale dell’Arcionello, spazio verde a due passi dalle mura del centro storico notoriamente casa dei cinghiali da diversi anni. “Anzitutto - ha spiegato - ribadisco che è vietato dare loro da mangiare, chi dà cibo ai cinghiali commette un reato e mette in pericolo la loro vita”. Questo perché l’epidemia di peste suina africana non è stata ancora fermata: “La malattia si diffonde anche perché i cinghiali mangiano cibo infetto, che può trovarsi sia nella spazzatura che nelle ‘razioni’ date dagli uomini. Questo perchè il germe, spesso, si trova nei salumi, in particolare in quelli non cotti e nel grasso. Ecco dunque che quello che noi reputiamo un ingenuo prosciuttino può portare con sé la malattia”.  

Vito Consoli-2

Proprio in virtù della peste suina, non ancora totalmente debellata, ci sono una serie di azioni che l’amministrazione provinciale puó intraprendere, su tutte lo sfoltimento dei capi presenti nella riserva dell’Arcionello: “Si possono attuare catture nel parco già da subito, anche in attesa della definitiva approvazione del piano di contenimento, attualmente al vaglio della Regione”. Stando a quanto riferito, dunque, c’è tutta una normativa, relativa al piano di contenimento dell’epidemia, che è immediatamente applicabile. 

Si possono catturare ed abbattere dai 17 cinghiali in su, come precisa Consoli: “Quel che non si puo fare è riliberare il cinghiale da un’altra parte, è vietato. Il cinghiale catturato deve essere portato in una zona recintata e controllata oppure abbattuto sul posto. Fuori dalla zona infetta, il cinghiale può essere catturato con una gabbia e abbattuto, oppure portato alla macellazione anche tramite la vendita”. Altrimenti la seconda strada è la telenarcosi: “Con questo metodo, che prevede la soppressione tramite narcotici, chiaramente non si può portare il cinghiale alla macellazione ma si deve incenerirlo in maniera onerosa”. Per quest’ultima opzione non ci sono prescrizioni, in quanto l’abbattimento può avvenire anche in questo caso direttamente sul posto. Peró, Consoli fa presente un elemento di valutazione da tenere in considerazione: “Quando si utilizza la narcotizzazione, sarebbe raccomandabile non farlo in una strada affollata, di fronte magari a dei bambini, anche se il tutto avviene nel rispetto della dignità dell’animale”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Chi dà cibo ai cinghiali commette un reato e rischia di ucciderli": via libera agli abbattimenti nell'Arcionello

ViterboToday è in caricamento