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Sabato, 20 Aprile 2024
VERSO LE COMUNALI

AMMINISTRATIVE | I partiti iniziano a muoversi: Bigiotti, Grattarola e Gregori verso la riconferma, a Sutri il centrodestra candida Amori

Comincia la marcia d’avvicinamento verso il 14 e il 15 maggio, quando quattro Comuni della Tuscia andranno al rinnovo

Meno di un mese alla presentazione delle liste, poco meno di due al voto. La Tuscia si prepara alle amministrative 2023, che interesseranno quattro piccoli centri della provincia: Valentano, Vignanello, Sutri e Vallerano. In tre di questi, il sindaco uscente si ripresenterà alle urne per tentare il bis.

Stefano_Bigiotti

A Valentano, Stefano Bigiotti è il grandissimo favorito. Sia per essere il candidato del centrodestra che per essere riconfermato sindaco. Il giovane esponente di Forza Italia, dirigente presso il Comune di Viterbo,  non dovrebbe avere - salvo colpi di scena - problemi nel battere la concorrenza. Ancora da valutare il nome del suo sfidante, sul quale sta discutendo ancora il centrosinistra.

Federico Grattarola-2

Situazione simile a Vignanello, dove l’uscente Federico Grattarola cercherà di garantirsi un altro mandato. Essendo un civico puro, non è stata ancora definita la coalizione che andrà a sostenerlo. Di certo non ci sarà il Pd, che valuta il profilo ideale per un candidato di bandiera.

Adelio Gregori

Pochi chilometri più in là, a Vallerano, Adelio Gregori, appena uscito dal quinquennio amministrativo, sarà il candidato del centrosinistra. Trattative in corso nel centrodestra, che potrebbe optare per un civico nella speranza di scardinare il dominio dem, al governo del paese da più di dieci anni.

Matteo Amori-2

Infine c’è Sutri. Qui l’uscente è un pezzo da 90, Vittorio Sgarbi, che però non si ricandiderà. Il professore ha deciso che il suo lavoro è terminato, pertanto migrerà altrove, lontano dal borgo viterbese. Il centrodestra, in particolare FdI e Forza Italia, ha scelto di puntare su Matteo Amori, consigliere comunale peraltro andato varie volte in contrasto con Sgarbi dal 2018 ad oggi. 

La data del voto è stata fissata dal Viminale in due giornate, il 14 e il 15 maggio. Questo, come accaduto già alle regionali, per favorire l’affluenza alle urne. Anche se, all’ultima tornata, la mossa non ha sortito gli effetti sperati.

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