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IL RACCONTO

La storia di Andrea, il ragazzo viterbese con la sindrome di down assunto da McDonald's

Si chiama Andrea, ha 32 anni ed è il primo ragazzo con la sindrome di down assunto da McDonald's a Viterbo: la sua vita cambierà per sempre

Andrea Cenci, 32enne viterbese, è il protagonista di una bella storia di integrazione, di riscatto e di speranza. Da ieri la sua vita è cambiata per sempre, perché ha cominciato a lavorare. E se in un momento come questo, dove la disoccupazione spaventa, chi trova un impiego può ritenersi fortunato, per lui la gioia è doppia: con l’assunzione da McDonald’s, Andrea è diventato il primo ragazzo con la sindrome down a trovare lavoro a Viterbo.

Lavorerà al ristorante di via Garbini, dove ieri è stato accolto dai colleghi ed ha cominciato a darsi da fare. Non potevano mancare le foto: divisa, berretto ed un sorriso fiero. La felicità di questo ragazzo al suo primo giorno di lavoro infonde fiducia per il futuro, nella speranza che, dopo di lui, ce ne siano molti altri. L’associazione italiana persone down ha voluto augurare buon lavoro ad Andrea, ringraziando l’azienda: “Ringraziamo il McDonald's di Viterbo, nella persona del suo licenziatario Massimiliano Lupica, per aver creduto in uno dei nostri ragazzi dandogli questa importante opportunità”.

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L’Aipd, da 15 anni, è impegnata a portare avanti la campagna “Assumiamoli”, volta all’integrazione delle persone con la sindrome di down all’interno del mondo lavorativo. Nonostante siano sempre più presenti all'interno delle aziende, spesso anche con contratti a tempo, l'85% dei ragazzi affetti dalla trisomia 21 non lavora. A dicembre 2022, nell'ambito della rete dell’associazione, i lavoratori con sindrome di Down risultavano 233, di cui 212 a tempo indeterminato e 142 coinvolti in tirocini a norma di legge. Negli ultimi 10 anni, si è registrata una significativa crescita: nel 2013 erano infatti 86 i lavoratori con sindrome di Down, sempre all'interno della rete Aipd. Per quanto riguarda i contesti lavorativi, più del 70% degli inserimenti è in aziende private o nel pubblico, il resto in cooperative sociali di tipo B. Sempre più diversificati sono oggi gli ambiti lavorativi.uffici, fabbriche, parrucchieri e saloni di bellezza, case di riposo, ospedali, farmacie, bar, pub, ristoranti, fast-food, mense, pizzerie, gelaterie, supermercati, hotel e altre strutture ricettive, negozi, centri commerciali, stazioni, aeroporti, scuole e uffici pubblici.

“Nel settore dell'accoglienza o contesti al pubblico - spiega l’associazione - il riscontro è sempre positivo da parte dei clienti. Si riscontra inoltre un miglioramento del clima generale all'interno dello staff aziendale: maggiore tolleranza e serenità tra colleghi, maggiore motivazione e attenzione all'altro e alle piccole cose. La differenza tra il lavoratore con sindrome di Down e qli altri dipendenti è spesso quasi impercettibile, mentre salta agli occhi l'altro di motivazione, responsabilità, attenzione e dedizione al lavoro da parte dei lavoratori con la sindrome di Down”. Ma quali sono i fattori indispensabili che possono rendere efficaci e funzionali gli inserimenti lavorativi delle persone con sindrome di Down? A rispondere è sempre l’Aipd: “L’autonomia e le competenze dei lavoratori, l'organizzazione del lavoro secondo linee quida, la comunicazione, la consapevolezza e la cultura dell'inclusione maturate dalle aziende e soprattutto i servizi d'inserimento all'interno delle sezioni dell'associazione”.

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