I viterbesi contro Giovanni Arena: “Come il marchese del Grillo, potevi sistemarle tu le strade”
L’ex sindaco nel mirino delle polemiche dopo la notizia della richiesta di risarcimento al Comune per una buca che gli ha danneggiato la macchina
Giovanni Arena al centro delle critiche. Diversi viterbesi non hanno preso bene la recente notizia della richiesta di risarcimento presentata dall’ex sindaco di Viterbo al Comune per un sinistro stradale risalente a febbraio. Arena, infatti, dopo aver preso una buca con la sua macchina, ha chiesto ed ottenuto da Palazzo dei Priori un indennizzo pari a 750€ euro. Una cifra che il diretto interessato riferisce essere inferiore alla spesa effettivamente sostenuta per riparare il danno occorso alla vettura: nello specifico, il politico di Forza Italia ha infatti dovuto cambiare cerchione e pneumatico. In rete, però, sono in molti a non aver preso bene l’azione del fu primo cittadino.
I social sono un termometro davvero utile per capire quali sono le reazioni dei cittadini che, nel caso di Arena, sono state diverse e variegate. Ad onor di cronaca va detto che c’è chi lo ha difeso, sostenendo che chiedere risarcimento per un danno dovuto alla negligenza del Comune sia ormai prassi diffusa. Di conseguenza, Arena avrebbe esercitato un suo diritto, ed infatti così è nei fatti. Tuttavia, c’è chi solleva questioni di opportunità: “Non mi sembra - scrive un utente sotto al post di ViterboToday - che quando lui era lui a girare con la fascia tricolore Viterbo fosse liscia come una pista di pattinaggio, le buche sono un regalo anche della sua amministrazione”. “Non poteva sistemarle lui le strade?”, chiede un altro.
C’è poi chi ironizza: “A lui lo hanno pagato, mio figlio sta ancora aspettando… sembra una storia del marchese del Grillo”, “Come fa a capire di che giunta era la buca?”. Infine, una signora racconta di averlo avvertito tempo fa: “Ricordo giorni durante il suo mandato in cui gli dicevo di stare attento a girare con lo scooter visto che io stessa rischiavo ogni giorno di schiantarmi in terra per lo stato penoso un cui versavano le nostre strade, dicendogli che sarebbe stato il colmo che proprio lui finisse nelle voragini dell'asfalto viterbese”.
