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Martedì, 23 Aprile 2024
BONUS 110%

“Volevamo acquistare i crediti del bonus 110% ma il Governo ci ha bloccati, si rischia un disastro economico e sociale”

Il sindaco Chiara Frontini e la sua amministrazione annunciano battaglia contro la decisione del Governo Meloni

Palazzo dei Priori stava per portare a casa un risultato preziosissimo, ma Giorgia Meloni ha detto no. L’amministrazione Frontini, martedì, aveva pubblicato sull’albo pretorio un atto d’indirizzo nel quale si paventava la possibilità di acquisto di crediti relativi al bonus 110% da parte del Comune. Sarebbe stato il primo caso in Italia, Viterbo prima degli altri 8mila comuni. E invece, giovedì, con un decreto urgente, il Governo ha imposto proprio lo stop a questa evenienza. Ad illustrare la situazione, stamani in Comune, è stata la prima cittadina assieme all’assessore Emanuele Aronne ed il consigliere comunale Marco Ciorba.

“Non commento la decisione del governo - ha detto Frontini - perché significherebbe speculare sulla sofferenza delle persone. Dico però che non può essere questa la definizione ultimativa del problema e che non si può dire che l’acquisto dei crediti genererà ulteriore debito pubblico, perché già c’è. A meno che non si dia già per scontato che i crediti non saranno onorati”. Per il sindaco, il problema dello Stato, in questo modo, si scaricherebbe sugli imprenditori che hanno operato fidandosi dello Stato. E dunque, sarà battaglia: “Le Camere devono convertire il decreto in legge entro 60 giorni, altrimenti perde efficacia. In questo lasso di tempo dovremo lavorare e, già da oggi, il Comune invierà una lettera per mettere in campo una serie di proposte da inviare ad Anci e alle associazioni di categoria, affinché vengano recepiti emendamenti in sede di conversione per darci la possibilità di effettuare operazioni e rilasciare liquidità sul territorio”. Ed ecco come il Comune avrebbe potuto fare queste operazioni: “Noi paghiamo sei milioni di f-24, in quattro anni potremmo impegnare 24 milioni di euro. Pensare che tipo di aiuto avremmo potuto dare. I costi lo Stato li avrà comunque, noi faremo pressione sulle forze politiche parlamentari per realizzare, almeno in parte, il nostro intendimento e quello di tante altre amministrazioni locali”. In poche parole, fare lobby per far cambiare idea a Palazzo Chigi.

Emanuele Aronne-superbonus-2

La questione dei crediti fiscali, peró, è ingarbugliata. Emanuele Aronne, assessore ed architetto di professione, ha spiegato come si è arrivati ad oggi: “Questa legge nasce nel 2020 per ridare slancio al comparto dell’economia, gravemente in crisi dopo la pandemia. L’obiettivo era puntare sull’efficientamento energetico e creare le condizioni affinchè si potesse generare un percorso virtuoso che permettesse di far ripartire l’economia. L’articolo 121 concede ai clienti la possibilità di poter pagare attraverso la cessione di un credito, mediante sconto in fattura. La ditta, che acquisiva come metro di pagamento questi crediti, li rigirava ad un istituto, andando così a recuperare liquidità. Questo processo si è bloccato a causa di una giornalata de Le Iene, che hanno parlato dello scandalo finito in televisione. L’errore del Governo è stato quello di non inserire lo sconto in fattura solamente per il superbonus, che era facilmente controllabile, ma anche per il bonus facciate, che non aveva controlli. Il legislatore, poi, ha inasprito la legge, andando a contrarre la disponibilità degli istituti di credito di poter acquisire crediti. In parole povere, se il credito nasceva corrotto la responsabilità si trasferiva anche a chi lo acquisiva”.  

Ora, però, la responsabilità solidale non c’è più. “Oggi - prosegue Aronne - le banche l’alibi di poter dire ‘non possiamo cedere crediti’ non ce l’hanno più. Possono abbassare il livello di presenza di crediti nel proprio cassetto fiscale e riaprire alle aziende. Oppure penso a dei prestiti da pagare con crediti. La responsabilità solidale era un problema veramente importante, ora fortunatamente non c’è più ma, proprio per questo, non capiamo la decisione del governo. I condomini con i ponteggi montati potrebbero non farcela, rischiamo un disastro economico e sociale . Noi, proprio perché non siamo spericolati, come Comune vogliamo fare la nostra parte garantendo comunque la stabilità finanziaria dell’ente. Il discorso del debito pubblico non regge”. 
Marco Ciorba-superbonus-2

Anche Marco Ciorba ha parlato degli elevati rischi sociali che potrebbero avere luogo a breve: “Il settore edile è trainante nella nostra città e nel nostro territorio. Viterbo non ha industrie, la nostra industria è l’edilizia assieme al settore metalmenccanico. C’è stata una schizofrenia normativa che ha portato ad una crisi di capienza fiscale sia banche che Poste Italiane, attori principali del sistema superbonus, che non possono più acquisire crediti. In aggiunta mettiamoci il caro energia e quello dei materiali. Abbiamo una situazione disastrosa, i crediti incagliati mettono in difficoltà l’intera società, dalla politica alle famiglie. È una bomba sociale, ecco perché siamo intervenuti con quell’atto d’indirizzo, per sondare il terreno ed acquisire crediti così da alleviare il problema. Saremmo stati il primo Comune italiano su 8mila a farlo. Non abbiamo visto però un qualcosa di definitivo, nessuna soluzione strutturale che salvaguardi imprese, lavoratori e famiglie. Per questo, l’11 marzo protesteremo in piazza del Plebiscito”.

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