ViterboToday dentro la città di origine etrusca di Ferento, accompagnati da chi da tempo si prende cura del sito: l'associazione Archeotuscia, che ci ha aperto le porte. "Ferento - racconta il giornalista Giuseppe Rescifina, nel direttivo di Archeotuscia - ha una storia incredibile, una delle storie più belle d'Italia. Nel I secolo d.C. è diventata civitas splendidissima. Una città enorme: molto popolosa per quel periodo avendo raggiunto i 10mila abitanti ed estesa per trenta ettari. Di questi trenta ettari oggi ne sono stati riportati alla luce al massimo tre, il resto è tutto sotto terra".

La mancanza di scavi è uno dei ritardi di Ferento. "L'ultima campagna - ricorda Rescifina - risale al 2000, quando sono state riportate alla luce una serie di taberne lungo il decumano. Ferento merita molta più attenzione. La soprintendenza se ne occupa ma, essendo il terreno privato, non può intervenire direttamente e soprattutto non ha i fondi per effettuare gli scavi, che consentirebbero di riportare alla luce la città così come era nel passato".

"Ferento ha anche bisogno di maggiore visibilità e collegamenti migliori" dice Rescifina, che propone: "È fondamentale mettersi intorno a un tavolo e discutere su come valorizzare al meglio il sito, tenendo conto che da qui transiteranno i pellegrini diretti a Roma per il Giubileo del 2025. Ferento deve diventare un'attrazione turistica per Viterbo".

Nel video, a cura di Marco Amati, il viaggio dentro Ferento e il racconto completo di Giuseppe Rescifina.