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Martedì, 28 Marzo 2023
TUTTI CONTRO DI LUI

Lo sfogo di Fioroni: "Pd partito stracotto, Schlein contenta del mio addio. Santori? Ma chi è?"

Dopo l’addio al Pd, Beppe Fioroni si sfoga e risponde ad Elly Schlein e Mattia Santori

Dire addio non è mai facile, soprattutto quando devi abbandonare un qualcosa che hai contribuito a plasmare. Ma, a volte, è necessario. Lo sa bene Giuseppe Fioroni, in poche ore passato da fondatore dem a fuggiasco. Dopo la vittoria alle primarie di Elly Schlein, che sposta il partito verso sinistra, ha annunciato la sua fuoriuscita, beccandosi accuse al vetriolo e motteggi da parte dall’ala più “rossa” del Pd. Un po’ come se si volesse non solo cacciarlo ma anche dimenticarlo, in preda ad una sorta di furia iconoclasta volta a cancellare il passato e i suoi protagonisti.

“Per un Fioroni che se ne va entrano 100 nuovi iscritti progressisti”, stoccata firmata Mattia Santori, capo delle Sardine. Giustamente, uno che nella propria carriera politica ha ricoperto praticamente ogni ruolo, dal sindaco al ministro, passando per il ventennio in Parlamento, non ci sta ad essere perculato dalla prima sardina che passa. Per questo, ai microfoni di Un Giorno da Pecora, su Rai Radio 1, è arrivata la lapidaria replica: “Santori? E chi è?”. Del resto, il giovane bolognese, la tessera Pd ce l’ha da neanche tre mesi, Fioroni non solo ne è stato fondatore ma anche dirigente e capocorrente per anni. 
Giuseppe Fioroni-3

Da giorni accerchiato, il politico viterbese si è sfogato, quasi ruggendo come un vecchio leone: “Per 20 anni mi davano con le valigie in mano e non vedevano l’ora che me ne andassi, ora ci sono riusciti. Se me ne sono andato io? No, diciamo che mi hanno messo sotto sfratto, Schlein è ben contenta me ne sia andato”. Le motivazioni dell'addio, chiare ai più, ci tiene comunque a ribadirle: “La Schlein - prosegue Fioroni - ha dato vita ad un partito di ‘sinistra sinistra’, massimalista, scelta legittima per carità. Un partito di sinistra è utile alle società democratiche ma non ha nulla a che fare con la mia storia. Una volta dissi che il Pd era come un kebab, affettato da destra e da sinistra. Ora mi sembra più uno stracotto”. Una scelta quasi fisiologica per chi, come lui, ha sempre puntato sul Pd dello spirito del Lingotto, quello che si collocava più al centro che a sinistra ed annoverava tra i propri valori il riformismo, il cattolicesimo democratico, la cultura cattolico-popolare e quella cattolico-liberale.

In effetti, chi lo ha conosciuto si è sempre chiesto come abbia fatto lui, allievo prediletto di Andreotti e custode del moroteismo, a convivere per più di un decennio nello stesso partito di molti post-comunisti. Adesso per Fioroni inizia un’altra avventura, con la costruzione di un’area centrista denominata Tempi Nuovi: “Un network dei cattolici democratici - spiega - una piattaforma popolare che vuol diventare la casa di tutti quei popolari, di tutti quei cattolici che sono stati marginalizzati e allontanati sia dalle formazioni politiche di sinistra che da quelle di destra, per ripartire dai territori e dare una speranza che queste idee, questi valori possano essere trasmessi ai nostri giovani e possano contribuire alla costruzione di un mondo migliore”. Un ultimo ballo prima del buen retiro, per un personaggio che, checchè se ne dica, è riuscito ad affrontare con calma placida, sopravvivendo, tutte le intemperie della politica dell'ultimo trentennio. È dunque ancora presto per brindare alla sua scomparsa dalla scena, la vecchia volpe potrebbe non finire in pellicceria.

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