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Il vescovo incontra i facchini: "Rendete vivo e pulsante il cuore di santa Rosa"

Orazio Francesco Piazza incontra per la prima volta il Sodalizio: "Correrò con voi la salita di santa Rosa, portando nel cuore il peso dei facchini e di tutta la città"

Il vescovo incontra per la prima volta il Sodalizio dei facchini e loro lo accolgono al grido di "Evviva santa Rosa", che il capofacchino Sandro Rossi ha fatto risuonare nel santuario dedicato alla patrona. "Mi avete fatto venire i brividi - dice Orazio Francesco Piazza -. Un brivido lungo la schiena. Perché in questo grido riconosco amore, passione e un legame profondo. Un legame identitario, come lo sono nome e cognome. Una maternità".

Al vescovo il Sodalizio ha donato un ciuffo, il numero 53. Dopo averlo "accapezzato", Piazza ha assicurato: "Da questa sera la vostra esperienza diventa anche la mia. Piano piano entrerò nel vostro percorso, che si matura sin da bambini. Voglio essere attore dei giorni intorno al 3 settembre, dare il mio contributo, essere parte di un'espressione viva. Voglio condividere tutto con voi. Anche la sfida della corsa sulla salita di santa Rosa". E a Rossi che gli ha chiesto se con o senza peso, Piazza ha risposto: "Senza peso fisico, ma portando nel cuore il peso di tutti i facchini, delle vostre famiglie, di Viterbo e della comunità diocesana di cui santa Rosa è protettrice".

Parlando del Sodalizio, Piazza ha detto: "Dal Sodalizio intendo spremere la linfa vitale per Viterbo. Un amore non si trattiene nel cuore, ma come l'acqua deve scorrere e deve contaminare in positivo i luoghi verso cui va a portare fecondità. Ecco, voi dovete rendere fecondo il terreno della tradizione della nostra città. Il tono di questo amore che vi caratterizza non deve mai cadere, perché questo amore è fonte che sgorga nel cuore e vi dà la forza di vivere. Santa Rosa è la vostra vita e lei attraverso voi esprime il carisma che l'ha resa bella. Parte del suo cuore, ancora vivo e pulsante, siete voi".

E ancora: "Desidero vedervi belli nella bellezza di santa Rosa. Ossia vedervi esprimere le qualità che questa giovane donna ha saputo dare in un contesto difficilissimo. È stata capace di trasformare cose da negative a positive, mettendoci il cuore e anche soffrendo e pagando le conseguenze in prima persona. Ma questa è la sua grandezza. E anche il vero facchino trasforma il negativo in positivo".

Rivolgendosi sempre ai facchini, Piazza ha aggiunto: "Desidero che vuoi riusciate a cavare il meglio anche nelle difficoltà più grandi ed esprimiate una qualità sociale che deve diventare un elemento di riferimento, un vero esempio, in una società senza amicizia sociale. Voi siete una voce sola. Siate esempio da condividere ai vostri figli. Un esempio di amicizia e anche di convivialità. Essere facchini è un dono, una vocazione. Voi rispondete a una chiamata".

E ancora: "Voi facchini portate la macchina, ma mentre lo fate santa Rosa porta voi per darvi serenità e salute, per accompagnare il cammino delle vostre famiglie, per non farvi rassegnare di fronte alle difficoltà e negatività della vita, perché ci sia sempre il segno di qualcosa di buono che si riesce a fare. Il facchino riesce a portare pesi così importanti, e ciò vuol dire che nel cuore ha una potenza che non può essere solo allenamento fisico ma è energia. Ciò che abbiamo dentro, infatti, permette sempre di fare uno sforzo più grande di quello che immaginavamo possibile. E il facchino è colui che ha un cuore capace di trarre energie oltre i propri limiti. Il facchino da solo non esiste, e da solo non alzerebbe nemmeno un grammo. È la coesione, la sintonia dei cuori, l'unità di intenti e la condivisione che permette di fare ciò che pensavamo impossibile".

Il vescovo Piazza ha parlato, con parole potenti, davanti a una chiesa gremita di facchini. Tra di loro ci sono anche il costruttore della macchina Vincenzo Fiorillo, il presidente onorario del Sodalizio Lorenzo Celestini e le suore Alcantarine che si prendono cura di santa Rosa. Accanto al vescovo, invece, oltre a Rossi, il presidente del Sodalizio Massimo Mecarini e il cappellano don Alfredo Cento.

"Il vescovo - ha sottolineato Rossi - è entrato nel cuore della festa, del Sodalizio e dei facchini. Da parte nostra porte aperte sempre. Ognuno di noi esprime dal cuore qualcosa di diverso, ma non sono altro che i problemi della vita, i sentimenti, i dolori e le gioie. E tutto ciò si trasforma in forza, una forza che travolge ed emoziona".

"I nostri motti - ha concluso invece Mecarini - sono Fede, forza e volontà e Semo tutti de 'n sentimento. Quando siamo sotto la macchina, infatti, diventiamo un solo uomo e un solo cuore. E lei, vescovo, ha capito subito questa cosa che è la nostra specificità".

Alla fine il "Semo tutti de 'n sentimento" rimbomba nel santuario e il canto "Mira il tuo popolo" incanta.

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