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Sabato, 30 Settembre 2023
INTEGRAZIONE / Carmine - Salamaro

La pacifica convivenza tra i giostrai e i residenti del Carmine: "Sono più tranquilli di tanti viterbesi"

I residenti del Carmine non hanno dubbi: la comunità sinti che si è stanziata nel quartiere per le giostre non reca alcun fastidio

Come da tradizione, per Santa Rosa sono tornate in città le giostre e, di conseguenza, i giostrai. Con le loro carovane, i tir, le roulotte e le cosiddette “case mobili” (grandi container che vengono attaccati ai camion con dei rimorchi), i giostrai sono perlopiù di origine sinti. Chiamati dispregiativamente “zingari”, oggi sono detti “gitani” e, come da qualche anno a questa parte, il Comune li ha fatti stanziare al Carmine, quartiere periferico a sud della città. Nel parcheggio di fronte alla chiesa della Sacra Famiglia hanno trovato spazio 11 tra roulotte e case mobili, oltre ad un’altra decina di camion. Un corposo accampamento che, di fatto, crea un quartiere nel quartiere. E la convivenza tra chi si è insediato ed i residenti, per certi versi sorprendentemente, è pacifica e positiva. 

Le attrazioni di loro proprietà, del resto, sono state installate fuori Valle Faul, tra strada Freddano e via San Paolo, nel parcheggio sotto il McDonald’s. I primi gitani sono arrivati il 20 agosto scorso e, via via, nei giorni a seguire fino al 24, è arrivato il resto della carovana. Quello tra la parrocchia del Carmine e la scuola primaria Grandori è un piccolo borgo anche piuttosto gremito: in totale, tra bambini, ragazze, ragazzi, donne e uomini, arriviamo a circa una trentina di persone. Non gli piace parlare con i giornalisti e preferiscono vivere queste giornate di permanenza a Viterbo nella riservatezza. Vista la loro attività al Luna Park, dal primo pomeriggio fino alla notte gli uomini stanno fuori al lavoro per garantire a chi va alle giostre di potersi divertire. Le donne, sia più grandi che giovani, stanno invece al campo a svolgere le faccende domestiche: stendere i panni, preparare i pasti, accudire i più piccoli, eccetera. È questo che prevede il codice di vita sinti, decisamente diverso rispetto a quello della nostra società. Nonostante le differenze, però, la comunità nomade si è integrata perfettamente con quella viterbese. A testimoniarlo le opinioni degli abitanti del Carmine.

“Adesso - dice Giovanni, residente di via Castel di Fano - posso dirvi che non ci stanno dando fastidio. La sera non fanno casino ed escludendo i primi giorni, quando stavano montando le giostre e facevano avanti e indietro con i camion, praticamente non si sono neanche sentiti. Anzi, vi diró che forse sono meglio di molti altri viterbesi”. Anche le signore del quartiere, come Annunziata, che abita in via Vico Squarano, sono dello stesso avviso: “Ormai vengono qua da anni, un po’ di volte li hanno mandati dietro al Bar Mimmo. Qualcuno di loro lo conosco anche personalmente. Sono famiglie normali, hanno uno stile di vita certamente diverso dal nostro ma vi assicuro che non sono come uno potrebbe pensare a primo impatto. In fin dei conti, le giostre sono il loro lavoro e credo che anche Viterbo ne tragga qualche beneficio, dunque perché no?”. 

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