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Sabato, 20 Aprile 2024
POLITICA

Liberazione, Luisa Ciambella: "È la festa di tutti gli italiani che credono nel bene comune"

Davide Sassoli, Alcide De Gasperi, Tina Anselmi nel commento di Luisa Ciambella alla commemorazione del 25 aprile

"Riceviamo e pubblichiamo"

Nel senso della libertà sta la sostanza di rendere onore alla Festa della Liberazione, la festa degli italiani, di tutti gli italiani che credono nel bene comune. Non ci sono altre forme di rispetto da insegnare ai nostri figli che quello verso la libertà delle donne e degli uomini che difendono il loro patrimonio di cultura, umanità, verità e democrazia. 

La politica, molte volte, ha il vizio di alimentare il seme della tifoseria, di sminuire il patto di dignità tra democrazia e uomo. Ma se l’uomo è al centro, se il rispetto dei popoli è al centro, se l’uguaglianza è il seme dell’impegno sociale, allora la democrazia si eleva e l’uomo diventa protagonista. Un concetto che oggi, in questo ascoltare strane valutazioni sul senso della celebrazione del 25 Aprile, ho la premura di ricordare perché appartiene ad una figura importante del nostro tempo, il compianto presidente del Parlamento Europeo, Davide Sassoli. 

Rispetto, uguaglianza e libertà. Valori fondanti di un ricordo che il 22 Aprile del 1946 univa tutto il popolo italiano nelle parole dell’allora presidente Alcide De Gasperi e nella proposta di istituire la Festa della Liberazione. "Aiutateci a superare lo spirito funesto delle discordie. Si devono lasciar cadere i risentimenti e l'odio; si deve perdonare”, era il richiamo di De Gasperi ad un’Italia dilaniata dalla guerra che aveva la necessità e la speranza di voltare pagina. Di superare le divisioni, di crescere unita nel senso della patria e della condivisione. 

Un’Italia fatta di uomini e donne che si spendevano per la democrazia, nel confronto concreto e non ideologico. Figure come Tina Anselmi, che con De Gasperi condivideva l’idea di una società fondata sul rispetto dei diritti di tutti, senza lasciare indietro nessuno. “Non c’è di peggio, in democrazia, che gettare il ridicolo sulla ricerca di verità e di coerenza”, ricordava da presidente della Commissione P2, lei che a 16 anni era staffetta partigiana. 

Ed era in quel momento, nel momento che Tina Anselmi scelse di arruolarsi tra le file partigiane, che lo fece con una convinzione chiara: “Capii allora che per cambiare il mondo bisognava esserci”. Oggi è il tempo di esserci per non dividerci, esserci per mettere fine al vizio di alimentare le tifoserie, perché la libertà non è un concetto astratto, ma è vivere nel segno del Bene Comune dove le donne e gli uomini si prendono cura del rispetto e della verità. 

Luisa Ciambella

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