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Scorie nucleari nella Tuscia, consiglio straordinario su Sogin senza Sogin...

Mentre la provincia di Viterbo rischia di essere scelta per ospitare il deposito nucleare, la società responsabile della gestione dei rifiuti radioattivi diserta il consiglio comunale di oggi

Le ragioni non sono ancora state rese note, fatto sta che quanto accaduto ha veramente dell’incredibile. Sogin, società di Stato esperta nel trattamento dei rifiuti nucleari e radioattivi, ha deciso di non partecipare al consiglio straordinario sull’ormai sempre più probabile deposito di scorie da realizzare nella Tuscia. E pensare che palazzo dei Priori aveva anche scelto di far slittare l’assemblea dal 20 al 25 ottobre (oggi) proprio per far intervenire qualche rappresentante dell’azienda. 

Una vera e propria gaffe di cui, però, l’amministrazione Frontini non è responsabile. Tramite una lettera, da Sogin hanno fatto sapere di voler declinare l’invito. Probabilmente, stamani il presidente del consiglio Letizia Chiatti svelerà il contenuto della lettera. 

Nel frattempo, i gruppi contrari al deposito di scorie nucleari nella Tuscia hanno fatto notare come sia sparita la dicitura “probabile” vicino ai nomi delle località viterbesi inserite nell’elenco dei 58 siti ritenuti idonei. I luoghi della provincia “adocchiati” da Sogin sarebbero 22, quasi la metà del totale. È sempre più concreta, dunque, l’ipotesi che uno di essi possa essere scelto. E a chi spetta l’ultima parola? Al neo-insediato ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, di Forza Italia.

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