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L’EVENTO

Mostra su Maria Prymachenko e Bonaria Manca a palazzo dei Priori, Sgarbi: "L'arte unisce Viterbo a Kiev"

L'ambasciatrice di Kiev in città per aprire la mostra sulla pittrice ucraina. La cerimonia a palazzo dei Priori

L’arte unisce Viterbo a Kiev, la Tuscia ad Ivankiv, Bonaria Manca a Maria Prymachenko. Un filo rosso che parte da Palazzo dei Priori ed arriva fino alle terre ucraine, devastate dalla guerra e dai bombardamenti dei russi. Il Comune, oggi, ha inaugurato la mostra sulle due artiste, intitolata “Se so ricamare, sapró anche dipingere”. L’esposizione avrà luogo sino al 4 giugno al museo dei Portici di Palazzo dei Priori. 

Al taglio del nastro, assieme al sindaco Chiara Frontini e a Vittorio Sgarbi, curatore della mostra, era presente anche Olena Kholiavytska, secondo segretario per gli Affari culturali dell’ambasciata ucraina a Roma.

GALLERY | I quadri della mostra Mostra Manca - Prymachenko a palazzo dei Priori

“Maria Prymachenko - ha detto la Kholiavytska - è una delle più alte rappresentanti dell’arte naif. Sono emozionata di essere qui, per questo progetto organizzato con sforzo per far conoscere al pubblico italiano le opere dell’artista ucraina. Prymachenko è unica e irripetibile, come tutti i grandi maestri, ha dato voce alla sua espressione artistica grazie all’individualità e al talento. Lei è il simbolo della cultura ucraina ed è una star dell’arte naif mondiale, riconoscibile, originale e amata dai bimbi”. L’ambasciatrice prosegue: “Apparivano delle immagini nei suoi sogni, che riflettevano eventi ed emozioni vissute. La nostra grande gratitudine va a Sgarbi e al ministero Cultura italiano per la volontà di portare la cultura ucraina in Europa. La mostra di Viterbo ha una grande importanza per l’immagine dell’Ucraina in Europa. Siamo in guerra da un anno, difendiamo la nostra terra, la nostra libertà e l’indipendenza. Combattiamo per la nostra storia e la nostra cultura secolare, che i russi stanno cercando distruggere e cancellare dalla memoria. Siamo qui per presentare agli europei il volto artistico del nostro Paese, aggiungendo colori, umori e voce ucraini alla ricchezza culturale europea. Speriamo che la cooperazione culturale tra Ucraina e Italia diventi permanente”. 

Kholiavytska, Frontini e Sgarbi-2

Anche Sgarbi, viceministro e assessore alla Bellezza del Comune, ha preso la parola per parlare dell’evento e, soprattutto, del conflitto: “La pace è un valore universale, la guerra divide. Un soldato russo con una madre russa che combatte e muore per un padrone che lo obbliga ad andare in guerra è come soldato un soldato ucraino, che muore per la sua terra con sua madre che lo piange. La sofferenza delle madri rende la guerra intollerabile. Come gli Usa e come tutta l’Europa, anche l’Italia arma l’Ucraina. La parola armi è simile alla parola arti e noi, nel sogno della pace, abbiamo messo insieme due luoghi lontani, Viterbo e Kiev, facendo dialogare una pittrice di Tuscania con una di Ivankiv. Vicende comuni, un’infanzia comune, età quasi la stessa e la poesia assoluta di un mondo che rimane quello dei bambini, che non fanno la guerra”. Il critico spiega anche il significato del titolo della mostra: “Gli uomini, notoriamente, non sanno ricamare, le donne invece sì. Ricamare fino al secolo scorso voleva dire far qualcosa di femminile, ma quella femminilità può diventare creatività. Nel mondo dell’arte, le donne hanno dimostrato di essere come gli uomini ed anche meglio degli uomini, ancor prima di conquistare i diritti che hanno oggi”.

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