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Mercoledì, 24 Aprile 2024
TALETE

“L’acqua è vita e democrazia, dietro la privatizzazione di Talete ci sono interessi opachi”

Il comitato Noncelabeviamo celebra la Giornata mondiale dell’acqua scendendo in piazza per parlare anche di Talete

Noncelabeviamo, il comitato viterbese per l’acqua pubblica, è sceso in piazza oggi pomeriggio per celebrare la Giornata mondiale dell’acqua. Proprio in un periodo fortemente condizionato dallo siccità e dallo spettro dell’esaurimento della risorsa naturale entro 2030. Paola Celletti, leader dell’organizzazione, ha fatto una panoramica sulla situazione nel mondo, poi si è addentrata in questioni nazionali. 

“Ormai - ha detto - per quel che riguarda l’acqua si tratta solo di massimizzazione del profitto. Le politiche sull’acqua dei governi sono ormai totalmente prone alle multinazionali, non è più un bene pubblico ma una merce nelle mani di pochi ma grandi industriali”. Questo a causa della privatizzazione

“Il 22 marzo - prosegue Noncelabeviamo -  ricorre la giornata mondiale dell'acqua. Un'occasione che ci invita a festeggiare una risorsa essenziale per tutti gli esseri viventi, che può determinare la vita e la sua assenza. Lo vediamo chiaramente oggi che, con il cambiamento climatico, tanti paesi dell'emisfero australe, un tempo veri e propri paradisi terrestri, sono diventati inospitali, tanto da contribuire al fenomeno delle migrazioni forzate. È preziosa l'acqua. Lo sanno bene quegli speculatori senza scrupoli che a livello mondiale vogliono farne una merce, soggetta alla quotazione in borsa, o quegli amministratori, sia stranieri che nostrani, che la ‘concedono’ alle società di produzione di bibite e acque minerali”.

“Ma anche, in un cerchio che si stringe, quegli amministratori e quei gestori che, rispondendo ad interessi assai opachi e ignorando la volontà popolare, vogliono privatizzarla, a rischio di alienarla al patrimonio nazionale. In occasione del referendum del 2011, la stragrande maggioranza dei cittadini italiani si è espressa per l'acqua pubblica, ma il risultato è a tutt’oggi disatteso”. 

“A metterlo in pratica ci hanno provato in seguito gli stessi cittadini, attraverso una legge d'iniziativa popolare, approvata all'unanimità in Regione Lazio come Legge 5/2014. Peccato che, come già il referendum, anche la legge sia rimasta lettera morta, perché la Regione non l'ha dotata dei decreti attuativi. "Si scrive acqua: si legge democrazia" recita un celebre slogan, ma noi potremmo aggiungere, con sempre maggiore consapevolezza, "Si scrive acqua: si legge vita". E nella coscienza che l'acqua è vita, ci sentiamo chiamati singolarmente e collettivamente a custodirla e proteggerla. Proteggerla dallo sperpero che ne fanno le reti fatiscenti, dall'uso improprio e disinvolto, dagli appetiti inconfessabili. Per restituirla ad una gestione democratica e trasparente. L'acqua non ci appartiene come non ci appartiene l'aria, come non ci appartiene il pianeta. Ma abbiamo la responsabilità di amministrarla”.

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