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Giovedì, 25 Aprile 2024
PATTO PER LA NOTTE / Centro Storico

“Il diritto al riposo notturno è insindacabile, spostare la movida fuori dal centro storico”

Il punto di vista dei residenti del quartiere San Pellegrino sulla proroga di un’ora alla movida

Patto per la notte, c’è chi dice no. I residenti di San Pellegrino si sono opposti all’ipotesi di un prolungamento dell’orario di chiusura dei bar del centro fino alle due di notte, come proposto dalle associazioni di categoria. La presa di posizione sembra essere talmente inamovibile da far saltare l’accordo con i gestori dei locali, sempre che il Comune non decida di fare da sé senza ascoltare nessuno.

Ma perché i residenti, in particolar modo quelli di San Pellegrino, si sono opposti con tutte le loro forze allo slittamento delle chiusure alle 2?  Anzitutto, la motivazione principale è il diritto al riposo notturno. Il brusio fino a tarda notte, a detta loro, disturba i sonni di chi abita nelle dimore medievali e nei B&B, per questo ritengono insindacabile il diritto al riposo. Con buona pace di Andrea De Simone di Confartigianato, il quale sostiene che di sacro ci sia il diritto al lavoro per baristi e titolari. Un’altra motivazione, sempre legata in qualche modo agli schiamazzi, è il vandalismo. Molto spesso, secondo gli abitanti del posto, giovani in preda ai fumi dell’alcol danneggiano soprattutto i portoni delle case, oltre ad orinare sui muri. In generale, la movida viterbese viene considerata quasi selvaggia, per cui, anche se i bar hanno proposto un incremento della security, i residenti hanno risposto picche. 

Dulcis in fundo, all’interno del comitato residenti di San Pellegrino c’è pure chi lancia un’idea per certi versi provocatoria: spostare la movida altrove, lontano dal quartiere medievale e addirittura fuori dalle mura. In zona Valle Faul, per capirci. Una soluzione, questa, assolutamente non fattibile ma utile a capire quanto da parte degli abitanti ci sia pochissima disponibilità a trattare sugli orari di chiusura dei bar. Ora la palla è tra le mani dell’assessore allo Sviluppo economico Silvio Franco, il quale dovrà decidere se accettare le proposte formulate dai sindacati oppure assecondare le richieste dei residenti. 

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