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Movida estiva, residenti e Cassazione frenano il comune: patto per la notte verso la riconferma

Il caos normativo scoraggia la giunta Frontini: il patto per la notte destinato a rimanere

Sulla movida, Palazzo dei Priori si trova tra due fuochi e rischia di dover mettere nel cassetto l’ipotesi di rivedere, o al massimo ridiscutere, il patto per la notte. La giunta del sindaco Chiara Frontini, infatti, da un lato deve fare i conti con le proposte dei titolari dei bar e delle associazioni di categoria, che chiedono di prolungare la chiusura dei locali (attualmente fissata per l’1 di notte) e, dall’altro, con la presa di posizione dei residenti del centro, i quali hanno ribadito diverse volte l’assoluta contrarietà ad una riforma del patto. Come se non bastasse, a complicare ulteriormente le cose si è aggiunta anche una sentenza della corte di Cassazione che, a quanto pare, sembra dare ragione agli abitanti disturbati dal chiasso della movida.

A scoraggiare un intervento diretto del Comune, sostanzialmente, è il caos normativo che si è andato a creare attorno alla questione movida. La Cassazione, de facto, ha sì legittimato il famoso “diritto al riposo” dei residenti - intimando agli enti di far rispettare tutte le normative atte ad impedire il disturbo della quiete notturna - ma ha inoltre già sentenziato che nessun regolamento comunale può imporre orari di chiusura ai locali in virtù della libera concorrenza, materia di esclusiva competenza dello Stato. Insomma, un colpo al cerchio ed uno alla botte. Il risultato, manco a dirlo, è il più gattopardiano: affinché tutto cambi, nulla deve cambiare. Dunque permarrà lo status quo, con il patto per la notte in vigore e le conseguenti limitazioni ancora in vita. 

Quest’estate, perciò, coprifuoco all’una di notte nella Città dei Papi, con buona pace dei turisti a caccia di svago e dei giovani viterbesi vogliosi di fare le ore piccole in centro. Il problema di una legge discutibile e borderline, però, rimane: il patto per la notte, checchè se ne dica, è una misura che doveva esser transitoria ed è invece diventata perpetua da quattro anni. Non è da escludere, alla luce degli ultimi aggiornamenti, un nuovo intervento dei sindacati ed un ulteriore giro di consultazioni a via Ascenzi.

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