Si aggiunge un quinto centro commerciale fuori le mura, i sindacati al Comune: “Rischiamo di uccidere il centro storico”
Saranno cinque i centri commerciali che apriranno a nord di Viterbo, una novità che preoccupa tutto il centro storico
Ai quattro centri commerciali che, entro il 2024, apriranno nel quadrante Nord della città, se ne aggiunge un quinto. Secondo indiscrezioni, Pepco - catena polacca di abbigliamento, soprattutto per bambini, fatturato 3,5 miliardi di euro - sarebbe pronta ad inaugurare un proprio punto vendita nella Città dei Papi. La zona prescelta, come annunciato da ViterboToday, è quella compresa tra il parco commerciale di San Lazzaro, via Garbini, la Cassia Nord, la Teverina e l’imbocco della Trasversale. L’area in questione, dunque, diventerà molto probabilmente il punto nodale dello shopping viterbese. Oltre a Pepco, infatti, apriranno King (negozio d’abbigliamento alla moda), Trony, l’Isola dei Tesori e un supermarket cinese, ai quali vanno aggiunti i già presenti Globo, Lidl e il centro Conad, il quale contiene al suo interno una dozzina di attività. Una situazione, questa, che fa storcere il naso ai sindacati ed alle associazioni di categoria.
Una rete capeggiata da Confesercenti ha lanciato nei giorni scorsi un appello al Comune per salvaguardare il centro storico, luogo che rischia di rimanere ai margini dello sviluppo. Il problema, secondo i sindacalisti, sta tutto nelle concessioni edilizie rilasciate nel corso degli anni: centinaia di migliaia di metri cubi edificabili si trovano infatti concentrati in un unico punto, il quadrante Nord, dove sono sorti e sorgeranno i centri commerciali. Enormi spazi comodi da raggiungere per chi abita in città e chi viene da fuori, dove peraltro la concorrenza è poca se non inesistente. La particolarità è che il grande parco vede la luce a poca distanza dalle mura del centro storico, nel frattempo diventato scomodo e svuotato di negozi. Secondo le associazioni di categoria, il mancato controllo sulle autorizzazioni edilizie ad uso commerciale, rilasciate senza criteri specifici e ragionati, rischia di causare squilibri mostruosi tra le diverse zone della città: così come il centro, difatti, un’altra zona che sta regredendo è quella a sud della città, Ponte di Cetti. Lì le attività continuano a chiudere, lasciando inutilizzati decine di stabili ed edifici, alcuni dei quali diventati ruderi.
La soluzione, per i sindacati, è una sola: il piano dell’urbanistica commerciale, strumento che serve ad individuare lo sviluppo del commercio e va a legarsi al piano regolatore, a quello del traffico (oggi de facto inesistente), quello dei trasporti e quelli dei rumori e dei parcheggi. La questione è sul tavolo del sindaco Chiara Frontini e dell’assessore Silvio Franco, che nel giro di pochi giorni dovrebbero ricevere i sindacati a Palazzo dei Priori.