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Tensioni in commissione: il regolamento del Teatro Unione passa, ma è scontro sulle tariffe. Pd e FdI abbandonano l’aula

Seduta infuocata in Comune, il regolamento del teatro comunale passa a fatica e l’opposizione abbandona i lavori. Giovedì ultimo round in Consiglio

La maggioranza frontiniana fatica, ma alla fine porta a casa il risultato. Il regolamento del Teatro Unione passa in commissione ed ora approderà per la ratifica finale in Consiglio, la minoranza però non ci sta e, al termine di un duro scontro sulle tariffe, abbandona l’aula in segno di protesta. Era già accaduto sul finire dello scorso anno, oggi l’evento si ripete.

Terreno dello scontro, come detto, le tariffe per l’affitto del foyer. L’opposizione attacca: “Troppo alte le cauzioni per le associazioni, inoltre le tariffe sono state tutte arrotondate per eccesso”, dice Antonella Sberna di Fratelli d’Italia. Spalleggiata da Lina Delle Monache e Alessandra Troncarelli, la meloniana chiede di poter far presenziare in aula il dirigente del settore Cultura, per chiedergli in base a quali criteri tecnici siano state stabilite le tariffe. “È impossibile stabilire quanto costi l’affitto - ha risposto per la maggioranza Paolo Moricoli -, servirebbe chiamare un genio e fare calcoli cervellotici”. 

Nello specifico, il “listino” è questo: 1300 euro al giorno senza riscaldamento o aria condizionata, 1600 con riscaldamento o aria condizionata, 650 euro senza riscaldamento per le associazioni culturali, i club di servizio, le associazioni sportive dilettantistiche e i vincitori di bandi indetti dall’amministrazione, 950 con riscaldamento. Discorso diverso per i privati: 3mila euro senza riscaldamento, 3300 con. Per tutti, cauzione fissa a 3mila euro, che verrà restituita entro 15 giorni dall’evento. Chi potrà beneficiare del foyer gratis sono le associazioni o gli enti no-profit che organizzeranno serate a scopo benefico. 

Alfonso Antoniozzi-5

E, a chi chiede come si sia arrivati a queste conclusioni, l’assessore Alfonso Antoniozzi spiega: “La nostra intenzione è fare una reductio ad unum del corpus normativo, abbiamo preso tutto quello che ci ha preceduto e portato all’interno di un regolam unico che è lo specchio di quello che la cittá ha desiderato.  Tutte queste tariffe sono state stabilite dai Consigli comunali degli anni passati, non sono farina del nostro sacco”. La spiegazione, però, non convince le tre donne di Pd e FdI, che chiedono di poter rinviare la discussione di modo che il dirigente possa spiegare chi e come ha deciso le tariffe. Niente da fare, Viterbo2020 deve andare fino in fondo con la volontà di approvare il regolamento: le istanze vengono tutte messe ai voti e bocciate, così Sberna, Troncarelli e Delle Monache abbandonano la Sala d’Ercole. 

“È scontata - ha detto Alessandra Troncarelli prima di lasciare  il Comune - la presenza di un dirigente quando si parla di un regolamento ma siamo rimasti inascoltati. Il dirigente è assente e noi abbiamo proposto di riformulare il testo, ma la vostra decisione è quella di oltrepassare la commissione in toto e affrontare tutto in Consiglio. Però c’è uno statuto nel quale c’è scritto che la commissione è un organo di democrazia e vigilanza allo stesso livello del Consiglio. È il vostro modus operandi ad essere errato, in commissione si dovrebbero discernere quelli che sono i vari punti e si dovrebbe arrivare in Consiglio con una cordata di modifiche unanime. Invece voi preferite il braccio di ferro. Se ritenete sia giusto, andate pure avanti così”. 

“In tanti anni non ho mai visto - ha detto infine Antonella Sberna - un regolamento approvato in commissione totalmente, in una sola seduta. A questo punto mi chiedo a cosa serva venire qui, se poi non veniamo ascoltati. A questo punto, le nostre osservazioni le faremo in Consiglio comunale”. E così sarà, giovedì prossimo.
 

Salvo improbabili prese di posizione all’interno della maggioranza, il regolamento passerà così com’è. Per la gioia di Antoniozzi, che a ViterboToday dichiara: "Sono molto felice che sia finalmente arrivato all'ultimo step, è da agosto che ci lavoriamo sopra. L'obiettivo era regolamentare la vita del teatro, raccogliendo in un unico testo tutte quelle norme sparoagliate 

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