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Giovedì, 25 Aprile 2024
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La Asl entra in carcere per parlare ai detenuti: "Partecipate allo screening contro l'epatite C"

L'azienda sanitaria a Mammagialla anche per presentare i principali progetti di prevenzione attivi

Ieri mattina, nella casa circondariale Mammagialla di Viterbo, si è svolto un incontro sul tema della prevenzione tra i professionisti della Asl e la popolazione detenuta. All’incontro, realizzato nell’ambito del piano aziendale dell’equità e ideato dal tavolo paritetico per la tutela della salute delle persone detenute, ha partecipato tra gli altri il direttore generale facente funzioni della Asl Viterbo, Antonella Proietti, il direttore della casa circondariale, Anna Maria Dello Preite, i direttori dei dipartimenti di Cure primarie e di Prevenzione, Giuseppe Cimarello e Augusto Quercia, gli specialisti e gli operatori che si occupano di prevenzione e delle malattie infettive, i rappresentanti della polizia penitenziaria.

"L’iniziativa - riporta la Asl -, che si è svolta per sensibilizzare la popolazione detenuta ad aderire al programma di screening per la diagnosi precoce dell’epatite C (Hcv), che a breve avrà inizio a Mammagialla, è stata anche un’utile occasione per presentare i principali interventi di prevenzione che potranno essere attivati nei prossimi mesi sempre nella casa circondariale viterbese. Tra questi, le diverse campagne di vaccinazione in corso alla Asl e il programma di screening del tumore del colon retto. I detenuti hanno partecipato all’incontro in maniera attiva e propositiva, invitando l’azienda sanitaria a replicare quanto prima iniziative simili sulle azioni e sui progetti che maggiormente possono rispondere adeguatamente al bisogno di salute da loro rilevato".

Asl a Mammagialla

“La prevenzione – commenta Antonella Proietti – trova il suo compimento e il raggiungimento degli obiettivi di salute che si prefigge nella partecipazione attiva e nella condivisione del messaggio e delle informazioni ricevute. Da questo punto di vista l’incontro è stato per tutti noi professionisti sanitari un motivo di soddisfazione, avendo percepito la grande attenzione alle tematiche che abbiamo proposto e la volontà da parte dei detenuti presenti di farsi promotori del messaggio, essi stessi, anche con coloro che non hanno potuto partecipare. Nell’ambito delle strategie del tavolo paritetico, accogliendo le proposte che ci sono state fatte, potenzieremo questa linea di attività programmando degli incontri periodici e degli interventi educativi su temi di salute che incontreranno il maggiore interesse della popolazione detenuta della Tuscia”.

“I programmi di prevenzione costituiscono - aggiunge la direttrice della casa circondariale di Viterbo, Anna Maria Dello Preite - parte integrante del diritto alla salute e questo incontro, in particolare, costituisce l’esempio di come anche in carcere sia possibile fare prevenzione ed educare al rispetto e alla cura del proprio corpo. La manifestazione, che ha visto il coinvolgimento diretto di una rappresentanza di detenuti, fa parte di un progetto più ampio che vuole mettere al centro i percorsi di prevenzione, di diagnosi e di cura a favore della popolazione detenuta nella consapevolezza che il diritto alla salute costituisce uno degli elementi essenziali del trattamento rieducativo, strettamente collegato al divieto di trattamenti inumani o degradanti sancito dalla nostra carta costituzionale”.  

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