rotate-mobile
Attualità

Viterbo tra furti e baby gang, Barelli (Azione): "Altro che telecamere e ronde, per una città più sicura serve vita"

Il segretario provinciale di Azione, Giacomo Barelli, interviene dopo gli ultimi fatti in città

Riceviamo e pubblichiamo da Giacomo Barelli, segretario provinciale di Azione Viterbo 

I problemi della sicurezza a Viterbo non sono dissimili da quelli di altri piccoli capoluoghi di provincia. E se ha ragione il questore che le statistiche non segnalano nessun aumento evidente della criminalità, è però altrettanto vero, come segnalato da qualcuno in consiglio comunale, che è la percezione di sicurezza sta scendendo tra i viterbesi e questo è altrettanto importante. Gli ultimi avvenimenti in centro poi, tra furti a esercizi commerciali e baby gang, sono evidentemente un campanello di allarme per tutti.

Ciò che preoccupa maggiormente, ad esempio, a un partito liberale e laico come Azione è l'approccio securitario al problema da parte di quasi tutte le forze politiche cittadine, di maggioranza e opposizione. Secondo molti, infatti, la soluzione al problema va trovata unicamente in telecamere, ronde o presunte tali, come i cosiddetti volontari civici, in aggiunta alla invece meritoria e necessaria opera delle forze dell'ordine il cui organico andrebbe senza dubbio aumentato.

Tuttavia ciò di cui non ci si rende conto, e che pertanto non è oggetto del dibattito politico, è invece la desertificazione della città che a partire dal centro storico ha visto lo spopolamento e l'abbandono di molti quartieri dapprima da parte dei commercianti, poi degli operatori culturali e turistici (spariti insieme ai loro eventi) e, infine, dei residenti.

Tutto questo anche a causa di una singolare concezione di valorizzazione e conservazione per cui un centro storico come San Pellegrino (come avviene per un opera d’arte quando si ritiene che sia meglio tenerla nascosta per evitare che esponendola si rovini piuttosto che renderla fruibile per il pubblico per cui è stata creata) diventa una scatola vuota, bellissima ma vuota.

Oggi il nostro centro storico, che è un meraviglioso teatro naturale, location unica per eventi culturali e turistici tutto l’anno (come del resto hanno dimostrato le numerose iniziative degli anni passati) è lasciato vuoto e isolato. In un parola morto. È proprio l’abbandono di questi spazi non più vitali e vissuti dalle persone che apre la strada al degrado e alla criminalità che, come noto, preferisce muoversi e operare in zone isolate e poco frequentate al riparo da sguardi indiscreti.

Questa impostazione politica, a mio avviso sbagliata, rende questi quartieri forse più silenziosi ma sicuramente più insicuri. È necessario, invece, riappropriarsi degli spazi cittadini, soprattutto dei quartieri del centro, da parte dei viterbesi e dei turisti per ritornare a viverli e a farli vivere da partire degli operatori del commercio e della cultura su tutti.

È necessario, in sintesi, far rivivere Viterbo riportando le persone nelle piazze e nelle strade. Solo questo consentirà di invertire la tendenza nei nostri quartieri e di renderli e soprattutto sentirli più sicuri. Viceversa nessuna telecamera potrà restituire quella sensazione di vita e di sicurezza al cuore della città ma potrà solamente, purtroppo, fotografarne il lento declino attraverso riprese in bianco e nero di "tante squallide figure che attraversano il paese", per dirla come Battiato, quasi sempre anonime e irriconoscibili perché col volto coperto e dunque inutili.

Una città più viva è una città più sicura. Su questo la politica dovrebbe lavorare.

Giacomo Barelli
Segretario provinciale Azione Viterbo

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Viterbo tra furti e baby gang, Barelli (Azione): "Altro che telecamere e ronde, per una città più sicura serve vita"

ViterboToday è in caricamento