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STOP ALLA PRIVATIZZAZIONE

Privatizzazione Talete, i consigli comunali della Tuscia dovranno esprimersi di nuovo: vittoria di Chiara Frontini

Le risultanze dello studio effettuato dal pool di esperti assoldati dal comune di Viterbo mettono in crisi il piano della provincia. Sabato prossimo in piazza i comitati

Sulla privatizzazione di Talete si va verso un clamoroso testacoda: l’iter dovrà bloccarsi per ripassare in tutti i Consigli comunali dei paesi che formano l’Ato viterbese. Questo, perlomeno, è quanto saltato fuori dallo studio effettuato da un pool di esperti arruolati dal Comune di Viterbo, che aveva fatto ricorso contro la decisione di proseguire il percorso di cessione delle quote senza ripetere la votazione, avvenuta senza che Palazzo dei Priori - primo azionista pubblico - potesse esprimersi in quanto all’epoca commissariato. 

Una vittoria di Chiara Frontini, che sin dal suo insediamento ha fatto della crociata contro la privatizzazione una vera e propria questione di Stato. Lo studio, costato circa 28mila euro, ha prodotto quanto auspicato: la palla dovrà passare nuovamente ai Consigli comunali, alcuni dei quali, nel frattempo, sono stati anche rinnovati. E, con il ricorso al Tar ancora in piedi, questa è una pessima notizia per la Provincia e per Talete. Adesso, in sede legale, Frontini avrà un’arma in più. Sempre che Alessandro Romoli e Salvatore Genova, per evitare ulteriori rallentamenti, non decidano di dare credito sin da subito al documento prodotto dagli esperti e dare il via alle consultazioni nei vari Comuni. 

Per gli esperti, i punti focali che darebbero ragione al sindaco di Viterbo sono due. Il primo: il 28 aprile 2022, 26 sindaci approvarono un atto d’indirizzo senza l’assenso di tutti i Consigli comunali dell'Ato. In quel documento, si autorizzavano le modifiche allo statuto di Talete per consentire la cessione ad un partner privato del 40% delle quote societarie. Il secondo, per la quale è nato il ricorso al Tar: il 10 giugno 2022 venne convocata l’assemblea dei soci di Talete per ufficializzare le modifiche allo statuto a soli due giorni di distanza dalle elezioni comunali che interessavano diversi centri tra cui, appunto, Viterbo, socio di maggioranza. Dunque, per ovviare a queste storture, per i tecnici va osservata alla lettera la convenzione di cooperazione. Infine c’è un terzo evento da non sottovalutare, che potrebbe: settembre 2022, la lettera scritta dal presidente dell'Ato, Alessandro Romoli, ed indirizzata a Nicola Zingaretti nella quale si chiedeva l'unificazione dell'Ato viterbese con l'Ato 2 di Roma. La missiva, secondo alcuni esponenti politici, venne inviata su iniziativa personale di Romoli, il quale non si confrontó con altri rappresentanti istituzionali. 

La mossa della prima cittadina di Viterbo mette in seria difficoltà il piano di Romoli e Genova, che ora vedono allontanarsi la privatizzazione. La situazione economica di Talete, nel mentre, rimane ai limiti della disperazione. E, il pomeriggio di sabato 25, i comitati per l’acqua pubblica scenderanno in piazza per la Giornata mondiale dell’acqua, che hanno accolto con favore la notizia: “Di fronte alle sorprendenti scorciatoie procedurali con cui la presidenza dell'Ato 1 Lazio Nord ha cercato di gestire senza troppa pubblicità il tentativo di privatizzazione della società Talete, il comitato Noncelabeviamo non ha mai esitato a parlare di ‘furto di democrazia’”.

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