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"Privatizzazione Talete, rischiamo di fare la fine di Frosinone: bollette più care d'Italia"

Il comitato per l'acqua pubblica Non ce la beviamo ribadisce il suo no all'ingresso dei privati nella società idrica: "Ci sono alternative, a partire dalla trasformazione in azienda di diritto pubblico. Vogliamo un confronto con tutti i sindaci"

"Privatizzando Talete rischiamo di fare la fine di Frosinone: bollette più care e dispersione idrica più alta di Italia". A dirlo è Paola Celletti del comitato per l'acqua pubblica Non ce la beviamo durante un incontro per ribadire il loro no all'ingresso dei privati, per il 40% delle azioni, nella società idrica.

Al tavolo presenti anche l'avvocato Enrico Mezzetti, il consigliere del comune di Civita Castellana Yuri Cavalieri e Francesco Lombardi del comitato. Rivolgono un invito ai sindaci: quello di confrontarsi con esperti del settore per trovare strade alternative alla privatizzazione. "Quest'ultima - dicono - viene presentata come una scelta obbligata, l'unica in grado di risolvere i problemi che ha Talete. Ma non è così. La nostra proposta è quella di trasformare Talete in una azienda pubblica speciale, una società di diritto pubblico. Questa è la vera alternativa alla privatizzazione. Ma ogni alternativa viene rifiutata a priori. È necessario che i sindaci si siedano a un tavolo con esperti del settore per valutare altre strade".

Per il comitato le conseguenze della privatizzazione sarebbero diverse. "A partire - affermano - da un aumento delle tariffe, anche perché Talete non è in grado di fare alcun tipo di investimenti. Rischiamo di fare la fine di Frosinone, che con la privatizzazione ha ora le bollette più care e la dispersione idrica più alta di Italia. Sarà tutto scaricato sulle tasche dei cittadini, in un momento storico in cui le spese per le famiglie sono già così importanti. La privatizzazione, inoltre, non risolverà i problemi dei costi energetici. Ci dicono che così verranno portati ottimi professionisti, ma in Talete già ci sono. Un altro risultato negativo sarà provocare un impoverimento, anche economico della Tuscia, perché i profitti verranno portati fuori provincia o fuori dall'Italia con l'ingresso di soci privati. Per tutte queste ragioni - concludono - non si può che puntare alla trasformazione di Talete in una società pubblica, che sono aziende sane e che riescono tranquillamente a produrre profitti".

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