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Venerdì, 9 Giugno 2023
ACQUE AGITATE

Talete, i dubbi dell'assessora Angiani: "È a rischio insolvibilità ma vuole assumere 144 persone"

L'assessore spiega perché il Comune di Viterbo ha votato no al budget dell'azienda

Dopo le picconate di Frontini arrivano i dubbi di Angiani. Il budget di Talete non convince nemmeno l’assessore al Bilancio, che ieri in Consiglio ha spiegato per quali motivi il Comune ha votato no. Il documento - tecnicamente chiamato piano operativo annuale - contiene tutte le risorse che la società intende destinare agli investimenti per il 2023, cifre ma soprattutto spese che hanno suscitato la perplessità del sindaco Frontini, di Elena Angiani e di tutta la maggioranza civica di palazzo dei Priori.

Anzitutto, a destare preoccupazione è il percorso che Talete vorrebbe proseguire, quello della privatizzazione: “Noi - ha detto Angiani - sosteniamo che la società debba rimanere pubblica. Tutti gli altri, votando il Poa, hanno scelto di intraprendere una strada diversa. Nel piano, infatti, si parla unicamente di rivolgersi ai privati, ignorando la sollecitazione dell’Egato ad aggiornare il piano tenendo in considerazione il ricorso di Viterbo”. Il Comune, come noto, si è infatti opposto legalmente al verbale dell’assemblea del giugno 2022, alla quale l’ente non è stato rappresentato dal sindaco ma dal commissario prefettizio. In quell’occasione, la maggioranza dei comuni - eccetto Viterbo, privato del proprio portavoce politico - aveva dato via libera alla privatizzazione.

Ma l’aspetto che Angiani evidenzia in particolar modo sono le assunzioni. Talete, difatti, vorrebbe assumere 144 persone: “Per senso di responsabilità abbiamo detto no. Lunedì è stato illustrato uno schema bilancio dove compare un alert, un parametro che viene allertato per tutto il 2023, il quale indica indica la capacita di solvibilità verso creditori”. In parole povere, stando alle dichiarazioni dell’assessore, la società avrebbe considerato il rischio di insolvibilità verso terzi, dunque potenzialmente non solo creditori ma anche fornitori. “Dichiarano questo nel loro bilancio - ha affermato Angiani - ma chiedono comunque di assumere 144 persone. A giudizio dell’amministrazione un’azione del genere non è sostenibile. Abbiamo pure chiesto di ritirare il punto, dato che il Poa doveva essere approvato a novembre e siamo a maggio, ma siamo rimasti inascoltati. Eppure siamo sopravvisuti sei mesi senza piano, ora non potevamo aspettare qualche giorno?”. Per l’assessore, infatti, si poteva attendere la relazione a breve in arrivo perché, in presenza del piano di ristrutturazione, “il Poa potrebbe non servire più”.

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