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Giovedì, 25 Aprile 2024
PARLA IL PROFESSORE / Centro Storico

Della Rocca: "Ho presentato il mio progetto per Tuscia in Fiore ma non ho ricevuto risposta e non sono stato coinvolto, lo faremo comunque"

Il matematico rivela alcuni retroscena sull'affaire San Pellegrino in fiore, annunciando che, a prescindere, lui farà la "sua" manifestazione

San Pellegrino in fiore, Viterbo in fiore, San Pellegrino in festa, Viterbo in festa. Ha cambiato ben quattro nomi ma, alla fine, l’evento a sfondo floreale che da quarant’anni veste a festa il centro storico medievale si farà. Certo, con modalità diverse dal solito, ma pur sempre si farà. I giorni scelti sono quelli classici: il 29 e 30 aprile ed il 1 maggio. Ad organizzarlo, sotto la supervisione del Comune, una trentina tra associazioni, ristoratori, albergatori, commercianti e sindacati. Tutto bene quel che finisce bene, ma c’è una particolarità: quest’anno, in quanto a fiori, Viterbo ospiterà due manifestazioni. Già, perché oltre a quella “ufficiale”, ideata dalla Pro Loco, ci sarà anche Tuscia in Fiore, quella il cui papà è Giulio Della Rocca.

Il professore, viterbese doc ma losangelino d’adozione, da diversi anni ha creato il suo brand, nato proprio con l’intenzione di dare nuova linfa a San Pellegrino in fiore, marchio scomparso poco prima del Covid dopo più di trent’anni di onorato servizio. Della Rocca, a dicembre, quando ancora non si era cominciato a discuterne, aveva proposto all’amministrazione Frontini il suo progetto. La beffa è che non solo la sua idea non ha ricevuto risposta, bensì lui non è stato nemmeno coinvolto in quello della Pro Loco. Questo nonostante i due progetti si assomiglino. E molto. 

“Il mitico maresciallo Rocca, con anche 16 milioni di spettatori, e San Pellegrino in Fiore hanno messo Viterbo sulla mappa nazionale di turismo e di attenzione. Onore ad Armando Male e Fabio Fontana per sempre”, esordisce Della Rocca. “Qualcuno - prosegue - mi ha fatto anche i complimenti, ma alle mie pec non ho mai ricevuto risposta”. Tuscia in Fiore, la manifestazione da lui ideata, somiglia molto a Viterbo in festa: “Ci sono delle similitudini. Oltre a quelle relative all’allestimento, anche le richieste, ovviamente indispensabili, erano le stesse: piano di sicurezza, security, ambulanza, SIAE, Scia di pubblico spettacolo, passaggio in commissione di vigilanza, suolo pubblico ed elettricità. Bisognerà pensare con massima attenzione alla comunicazione”. Lui, fa sapere, avrebbe dato volentieri il suo contributo, ma non è stato interpellato.

Ma per quale ragione il progetto di Tuscia in Fiore, nonostante sia stato presentato diversi mesi prima di quello della Pro Loco, è stato scartato? La risposta prova a darla il diretto interessato: “Avevo calcolato all’incirca 100mila euro per realizzare il mio progetto. Una grossa parte per la comunicazione e per il rimborso spese alle associazioni responsabili delle postazioni floreali. Spendendo meno, non credo si possa fare qualcosa di bello. Gli echi della meravigliosa manifestazione storica debbono unirsi a nuove memorie di una città medievale vestita a festa coi fiori, ma la cifra è stata considerata fuori mercato”.  

“Ci vuole professionismo e dedizione - prosegue Della Rocca -. Encomiabile lo sforzo delle associazioni, indipendentemente da quale idea si metta in campo. Grande Armando Malè che apre la porta alla disponibilità di nome e logo…. molto meglio. Però Alvaro Ricci ha ragione:  i soldi ci sono e si fanno le variazioni di bilancio. Anche Silvio Franco ha ragione, questa deve essere una festa che faccia arrivare l’immagine di Viterbo lontanissimo, anche se non ci sono più i tempi. Chiaramente, se la città vuole, unita, può andare anche oltre ai fasti di altri tempi”. 

Ma c’è anche chi non ha ragione, per lui: “Da un punto di vista squisitamente politico-programmatico, credo che la dottoressa-sindaco Chiara Frontini, esperta in progetti anche pluriennali, debba dirci chi sono i responsabili di Santa Rosa e del prossimo Natale. Non c’è programmazione, per certi eventi bisogna iniziare a pensarci almeno cinque mesi prima, ma così non è stato. Per far funzionare le cose, ovviamente, non bisogna farle alla carlona. Ho l’impressione che, forse, la nube scura del Pnrr ha focalizzato la loro attenzione. Tecnicamente loro avevano pensato di fare un bando, il che significa aspettare il bilancio, indire la gara, scrutinare e dare l’affidamento. Il bilancio lo fai a marzo e il 27 aprile dai l’incarico? Non era possibile. Loro da una parte mancano di coraggio, dato che la legge dice che si possono fare affidamenti fino a 139mila euro. Forse a Palazzo dei Priori qualcuno pensa che se è il Comune a mettere il denaro è il Comune a fare gli eventi, quando loro dovrebbero pensare solamente alla progettazione responsabilizzando professionisti”.

E quindi, Della Rocca non parteciperà a Viterbo in festa. Però farà comunque la sua Tuscia in Fiore. Prima in trasferta a Villa San Giovanni, Onano e Bassano in Teverina, poi in casa il 27 e 28 maggio a via Saffi. Sempre al centro storico viterbese, a giugno, terrà altri eventi: la Via degli artisti il 2, 3 e 4 giugno, l’8 l’evento arte e religione e il 10 il concerto rap. Insomma, da nessun San Pellegrino in fiore a due San Pellegrino in fiore. Chiamatelo come volete, basta che non facciate confusione. Altrimenti, l’effetto sarà inverso.

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