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Mercoledì, 24 Aprile 2024
I RIBELLI

Ultima generazione a Viterbo: "Bloccare il traffico è l'unico modo per essere ascoltati, siamo in una guerra climatica"

Gli attivisti del movimento ambientalista, noti per le azioni eclatanti effettuate nelle grandi città come il blocco del traffico, a Viterbo per parlare di crisi climatica e raccontare le loro battaglie

Gli attivisti di Ultima Generazione, il movimento ambientalista salito agli onori delle cronache per le azioni di protesta eclatanti come il blocco del traffico nelle metropoli italiane, sono arrivati ieri a Viterbo per parlare di emergenza climatica su invito del circolo Arci “il Cosmonauta” e dell’associazione studentesca Aucs. Giovedì a Roma, in via del Tritone, al semaforo di piazza Barberini, hanno bloccato la strada e si sono spogliati, rimanendo a torso nudo o, addirittura, completamente nudi. “Un’azione - dicono loro - di disobbedienza civile per contrastare l’emergenza climatica. A Roma abbiamo messo il nostro corpo a disposizione della causa, perché dobbiamo distaccarsi dalla logica individualista: non basta più chiudere l’acqua mentre ci laviamo i denti, ora è necessario andare oltre”. 

Zaria ed Augustina, attivisti di Ultima Generazione-2

Zaria e Augustina sono due giovani militanti di Ultima Generazione che hanno partecipato all’azione nella Capitale. Lui è un ragazzo dai tratti nordici: alto, slanciato e dai lunghi capelli biondi. Indossa una t-shirt dei Marnero, una band indie rock bolognese d’ispirazione anarcoide. Lei, invece, ha i lineamenti marcatamente latini, tipici del Sudamerica: capelli bruni e occhi castani, carnagione olivastra. Porta uno scialle che ricorda un poncho ed una gonna molto comoda, come quelle delle gitane. Ad accomunarli c’è la sicuramente la schiettezza, infatti vanno subito dritti al sodo e spiegano per quale ragione, ormai sempre più spesso, decidono di scendere in piazza per i loro blitz: “Siamo impauriti ed arrabbiati - spiega Zaria - contro quello che il governo non sta facendo, contro le scelte criminali che sta adottando. Perché investire oggi nel fossile significa non costruire il futuro e non raccontare la verità ai cittadini”. 

Secondo lui, per protestare c’è una sola via: “L’unica cosa che possiamo fare è mettere il nostro corpo in mezzo, creando un conflitto orizzontale ma necessario per permettere alle persone di mobilitarsi. Abbiamo bisogno persone che decidano di avere coraggio e prendersi rischi, sacrificandosi per il futuro di tutte e tutti”. Negli ultimi due anni, per Zaria, il suo gruppo è stato duramente represso dalle forze dell’ordine, una reazione spropositata: “Dobbiamo scendere in strada ora che il sistema ci reprime, la prossima settimana si terrà un processo contro altri attivisti che rischia l tre anni per l’imbrattamento del Senato. La richiesta è quella di non lasciarci soli”.

Zaria ed Augustina, attivisti di Ultima Generazione-3

Augustina ha invece raccontato la sua versione di quanto accaduto a Roma giovedì: “Siamo stati diverse ore in commissariato, non so quante ma molte. Eravamo in sette e c’era chi si è levato la maglietta per mostrare una parte del corpo e chi era nudo completamente. Poi ci siamo incatenate tra noi”. La ragazza espone le ragioni che la spingono a compiere le iniziative del movimento: “Sento un qualcosa di forte, di folle, che non pensavo di vivere a 26 anni, avrei ben altro da fare. Ci siamo trovate a pensare che questo sia l’unico modo per essere ascoltate”. Lei la chiama disobbedienza civile: “In questo momento c’è una comunità di scienziati che ha già delle soluzioni ma anche loro stanno facendo azioni simili, serve la disobbedienza civile perché il governo non ascolta, non c’è volontà politica”. Augustina dice di combattere soprattutto per le popolazioni meno avvantaggiate: “Quello che mi muove sono la paura e la rabbia. Io sono una privilegiata perché vivo qui ma la mia famiglia che abita in Argentina, dove sono nata, non lo è. Per questo voglio utilizzare tutte mie risorse possibili”. 

Augustina, attivista di Ultima Generazione, seminuda all’ultimo sit-in di protesta in via del Tritone a Roma, giovedì scorso-2

Tra le risorse, come dimostrato, c’è anche il suo corpo: “Lo uso perchè ho una paura fottuta di quello che succederà a me e alla mia famiglia, perché penso che dovremo gli effetti di questa crisi climatica sulle nostre vite”. Non tutti riescono a “capire”, però, le strategie di Ultima Generazione. Ad esempio, di fronte ad un blocco del traffico, gli automobilisti non la prendono per nulla bene. Augustina si rivolge proprio a loro: “Supportateci, dimenticatevi il non essere d’accordo con le tattiche, non capirle. Con le azioni che stiamo facendo siamo riusciti a portare molta più attenzione su questo tema rispetto a tante altre forme di attivismo che, magari, raccolgono molto più consenso ma zero risultati. Noi vogliamo creare una rottura, far capire che siamo in guerra. Noi non lo vediamo, ma nel mondo c’è chi lo vive con una pistola puntata alla testa e si sacrifica per proteggere il territorio”. E, a starla a sentire, tra poco anche la situazione occidentale potrebbe cambiare in peggio;  “A breve, le cose si metteranno male anche per noi. C’è una questione che racchiude in sè disuguaglianze, razzismo, lotta di genere, tutte disparità già presenti che saranno ancor più evidenti. Le nostre - ha concluso Augustina -  sembrano azioni disperate e lo sono, perché siamo in una situazione disperata”. 

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