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Mercoledì, 24 Aprile 2024
GESTIONE SERVIZIO IDRICO

Acqua, no del comune ai privati in Talete: ecco la "ricetta" dell'amministrazione Frontini

La sindaca Chiara Frontini dopo il consiglio comunale sulla privatizzazione della società che gestisce il servizio idrico: "La vendita delle quote certificherebbe i fallimenti della politica degli ultimi anni"

"L’amministrazione comunale di Viterbo non intende accordare il proprio consenso alla vendita delle quote sociali di Talete a un partner privato, o almeno non prima di aver seriamente perseguito tutte le altre strade possibili". La sindaca Chiara Frontini ribadisce il no di palazzo dei Priori all’ingresso dei privati in Talete. La privatizzazione della società che gestisce il servizio idrico in diversi comuni della Tuscia era all'ordine del giorno dell'odierna seduta del consiglio comunale.

"Siamo stati eletti - spiega Frontini - per cercare di invertire i fallimenti della politica e non per certificarli. La vendita delle quote di Talete senza una seria e convinta ricerca di soluzione alternative che facciano restare la proprietà in solida mano pubblica, non farebbe altro che certificare questi fallimenti".

Viterbo - Comune - Giunta FrontiniLa società ha intrapreso un percorso volto a cercare soggetti disponibili a finanziare: l'ipotesi è massimo il 40% del capitale. Servono soldi da investire e, scartata la possibilità di ottenerli da istituti di credito, una delle ipotesi in campo è che a pagare siano gli attuali soci, ovvero i comuni. Ma è molto improbabile.

Cosa propone Frontini

"Ci sono altre vie che vanno percorse - continua Frontini - se intendiamo ridare credibilità alla più alta missione di servizio, che è quella di rappresentare gli interessi dei cittadini: tornare ad Arera, chiedere alla regione Lazio di sostenere, come ha fatto per i primi anni, i costi di manutenzione dei dearsenificatori che incidono pesantemente sul bilancio della società, e chiederlo a tutti coloro che intendono candidarsi a rappresentare questo territorio alle prossime elezioni regionali, così come adottare azioni più incisive sul tasso di morosità che è quattro volte superiore agli standard che proprio la stessa Arera prescrive".

Per Frontini si tratta di un "processo importante non solo per i cittadini viterbesi, ma per tutto il territorio". "Viterbo - afferma la sindaca - vuole tornare ad essere traino e perno dello sviluppo del territorio. Che non significa sopraffazione nei confronti dei comuni della provincia né autoritarismo, ma significa sinergia. Significa mutuo supporto. Significa riprendere finalmente in mano le redini dello sviluppo territoriale. Significa non accettare che una decisione così importante venga presa due giorni prima della scadenza elettorale, con un’amministrazione commissariata, proprio per evitare che il comune capoluogo si esprima. Non c’è urgenza che tenga per giustificare un tempismo così malaugurato, e non accettiamo che si decida strumentalmente senza di noi".

Infine l'affondo. "Fino a oggi l’alternativa alla privatizzazione da dentro le istituzioni non l’ha cercata davvero nessuno o comunque in pochi e troppo isolati per incidere davvero. Oggi il comune capoluogo è da questa parte, e farà la sua parte per tutelare la propria società, i propri cittadini e la propria visione", conclude Frontini.

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