Furti in casa, la Tuscia sotto scacco dei cileni (soprattutto il litorale)
Partono da Ostia e mettono a segno colpi in appartamenti, locali e camping tra Tarquinia e Montalto di Castro
Furti in appartamenti e locali, ma anche nei camping. La Tuscia sotto scacco dei cileni, soprattutto il litorale. Si organizzano in batterie. Partono da Ostia, dove è la loro base. Da qui si spostano verso Roma e Fiumicino. Con documenti falsi o l'aiuto di prestanome, noleggiano le auto e partono in missione verso Tarquinia e Montalto di Castro. Raggiunte le loro mete, mettono a segno il colpo e poi tornano a Ostia per spartirsi le refurtive. L'analisi del fenomeno nell'articolo di Lorenzo Nicolini per RomaToday.
Chi sono i cileni che sparano, usano la "coca rosa" e hanno batterie di rapinatori
Da Ostia lido a Ostia latinos il passo è breve. Qui, ormai da anni, i cileni hanno messo le radici. E se prima arrivavano dal sudamerica solo per fare la stagione estiva, adesso nel mare di Roma hanno famiglie, amanti, mogli e figli. Insomma, la loro casa. Da manovalanza del clan guidato dal boss don Carmine Fasciani prima e da braccio armato degli Spada poi, qualcosa è cambiato.
Fino a qualche tempo fa a Ostia i cileni erano la paranza dei pezzi da novanta, si occupavano di rubare le auto per le rapine o qualche appartamento. Poi, gli equilibri sono cambiati.
I blitz di polizia, carabinieri, guardia di finanza e della procura di Roma hanno decapitato gli storici clan e i boss. Così i "Latinos" made in Cile hanno alzato il loro tasso di potenza criminale e per inserirsi nel varco aperto sono pronti e disposti a tutto, anche a sparare. Il motivo è semplice: sono tanti e non hanno paura di usare le armi, anche contro i loro connazionali per lanciare segnali, come è successo lo scorso giovedì in via del Sommergibile.
Cosa fanno i cileni a Ostia
Quindi sono i cileni a tirare i fili della malavita organizzata a Ostia? La risposta è no. Fanno parte dello scacchiere, ma non hanno un ruolo principale, decisionale. Ridimensionarli ed etichettarli come "ruba galline", tuttavia, sarebbe sbagliato.
Stando a quanto raccolto da RomaToday, al momento il gruppo - più o meno coeso - è ancora alla ricerca di un leader unico e riconosciuto. Vivono tra i 'Lotti' di via della Paranzella, Ostia nuova e l'Idroscalo. Zone popolari. Il loro core business sono i furti negli appartamenti e le rapine. Lo spaccio c'è, lo fanno, ma quasi come attività secondaria. Insomma, a Ostia non comandano di certo loro, ma sono pericolosi.
Il racket dei furti
Il business principale è quello dei furti nei camping, appartamenti e locali. Si organizzano in batterie. Ostia è la loro base. Da qui si spostano verso Roma e Fiumicino, con documenti falsi o l'aiuto di prestanome noleggiano le auto e partono in missione verso Viterbo e Frosinone, ma anche la Lombardia, l'Emilia Romagna, la Toscana. Raggiunte le loro mete mettono a segno il colpo e poi tornano a Ostia per spartirsi le refurtive.
Dove? Spesso nei garage o nei "bassi" di Ostia nuova, dove qualcuno di loro vive. In via Antonio Forni, via del Sommergibile e via della Corazzata, per citare alcune zone, sono molto attivi. Oppure si ritrovano nei camping, considerate zone franche. Non è un caso che di recente in un campeggio la polizia ha fermato un cileno in compagnia di una donna: i due nascondevano merce rubata da altri bungalow e un revolver calibro 6 con matricola abrasa.
Conoscono i ricettatori giusti e ormai fanno questo di "lavoro". Lo raccontano anche gli arresti portati a termine negli anni passati. Nel 2015 un'operazione sgominò una banda di ladri cileni, già in rapporto con un clan di Ostia, e il covo usato per ricettare gioielli rubati scoperto due anni più tardi. E anche se non hanno un capo unico, si aiutano tra loro, fanno comunità e in caso di necessità, inteso come nascondiglio dalle forze dell'ordine, non chiudono le porte.
I rampolli, la "coca rosa" e le donne
Nel corso degli anni il numero di cileni presenti a Ostia, nonostante gli arresti, è aumentato sempre più. Il motivo è semplice. Molti di loro hanno iniziato a frequentare ragazze del posto, si sono innamorati e hanno iniziato a mettere su famiglia. Anche con persone gravitanti e legate e organizzazioni criminali radicate da tempo nel territorio. Il tutto lasciando in Cile le loro famiglie d'origine. Le donne, dunque, sono state una motivazione importante e, per qualcuno, anche la causa di qualche screzio finito anche in un agguato.
Un cileno di 25 anni, hanno raccontato le indagini, fu aggredito e accoltellato in strada a Ostia dal suo rivale in amore, un cileno di 21 anni in compagnia in quei frangenti della donna contesa, una romana di 23 anni. La vittima fu accoltellata alle braccia e alle gambe. Sono giovani sudamericani di seconda generazione che usano auto di lusso prese a noleggio e consumano la "coca rosa", quella dei ricchi da 400 euro a dose, la "tusi" che amplifica le prestazioni sessuali.
Anche in questo caso, in aiuto, un arresto messo a segno dagli agenti del X distretto del Lido fatto qualche giorno fa. In commissariato finì un giovane cileno con diversi alias, arnesi per lo scasso trovati in auto e la "coca rosa" indosso. Era su un'auto già segnalata dalla questura di Tarquinia per commettere furti.
Le armi
I Lotti di Ostia, via delle Azzorre, via Guido Vincon e via Antonio Forni sono ormai le loro basi. Altro elemento oggettivo è l'impennata di violenza conciso, anche questo, con gli arresti che hanno colpito gli Spada. Nel 2019 le spedizioni punitive i cileni le facevano con le mannaie, armi tipicamente sudamericane, ora hanno pistole. L'escalation di pistole fumanti da novembre 2022 con colpi esplosi ai Lotti. Al loro arrivo i militari della compagnia di Ostia non trovarono nulla se non alcuni bossoli a terra, almeno dieci.
Lì, tra quelle palazzine, vivono e si nascondo cileni di Ostia, come testimonia un recente arresto, e altri spacciatori considerati cani sciolti, come avvenuto in passato. È possibile pensare che qualcuno ha pensato di allargare il proprio business della droga approfittando di un vuoto di potere? Non è escluso. Poi, a dicembre, i sette colpi di pistola contro un portone. E ancora, di recente, lo scorso giugno sul lungomare Duca degli Abruzzi un cileno di 36 anni è stato ferito con un colpo d'arma da fuoco al fianco.
Lo scorso luglio alle 5,45 del mattino, in via Antonio Forni, un ragazzo di 23 anni - incensurato - è stato vittima di una imboscata. Il giovane di origine cilena camminava sul marciapiede quando all'improvviso sono apparsi due uomini in moto con il volto coperto dal casco integrale e hanno sparato. L'ultima pistola fumante, un scacciacani, giovedì 24 agosto. Di punti di domanda ce ne sono diversi. Forse i cileni stanno cercando un capo? Oltre i furti sono in ballo anche questioni legate allo spaccio. Nodi da sciogliere.