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GUERRA NEL CUORE DELL'EUROPA

Una viterbese sotto le bombe in Ucraina: "Nei miei occhi una ragazza sfregiata da un razzo, colpita mentre fuggiva dal Donbass"

Giulia Gobbi racconta la missione umanitaria nel paese con Medici senza frontiere

Kiev, Leopoli, Dnipro, Odessa. La vendetta di Vladimir Putin per l'attacco al ponte di Crimea si sta abbattendo sulle città dell'Ucraina. Una dopo l'altra. Da ieri mattina il Paese è sotto le bombe russe. Una raffica di missili e droni kamikaze. Almeno quattordici i morti e oltre cento feriti, infrastrutture strategiche distrutte, blackout di massa, incendi ed esplosioni. "In Ucraina c'è bisogno di assistenza sanitaria di qualità. Il sistema sanitario locale è attivo, ma non è in grado di fornire assistenza a tutta popolazione che ne ha bisogno. Servono farmaci, personale medico, ambulanze". Giulia Gobbi per due mesi è stata "sotto le bombe in Ucraina". Partita da Viterbo - dove è nata, cresciuta e vive - con Medici senza frontiere, per cui lavora nella parte amministrativa. Laureata in economia all'università della Tuscia, gestisce la parte finanziaria dell'associazione. Ma prende parte anche alle missioni umanitarie, come quella in Congo e per ultima quella in Ucraina.

Giulia Gobbi

"Dell'Ucraina - racconta Gobbi al Tgr - non dimenticherà mai la storia di una ragazza di cui ho visto due foto: una prima e un'altra dopo la guerra. Era una ragazza bionda, bellissima, sorridente, che aveva postato questa immagine sui suoi social. Quando i sanitari l'hanno presa in carico, invece, era senza capelli, aveva perso un occhio e aveva la parte destra del corpo completamente coperta di escoriazioni dovute a un razzo caduto sulla sua macchina mentre cercava di uscire dal Donbass e portarsi in salvo con la sua famiglia".

Guerra in Ucraina - I bombardamenti del 10 ottobre 2022

In Ucraina Medici senza frontiere collabora al progetto dell'ambulanza su rotaia. "Si tratta - spiega Gobbi - di un treno, realizzato con il ministero delle ferrovie ucraino, ristrutturato e abilitato ad ambulanza su rotaia, che percorre tutto il Paese. Si ferma di stazione in stazione e recupera tutti i pazienti. A bordo c'è anche una terapia intensiva. Attraverso il passaggio del treno le persone riescono a fuggire dalla zona più colpita dal conflitto, quindi il Donbass. Salgono a bordo e vengono portati nel primo ospedale utile per essere curati. È un'assistenza sanitaria importante: la possibilità di poter uscire da quelle zone martoriate e di essere effettivamente curati".

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