Gli storni continuano ad assediare la città e i residenti sbroccano. La situazione è delicata, in particolare nella zona di piazzale Gramsci, dove gli uccelli si sono impadroniti dei pini. Sono centinaia, forse migliaia, e si sentono. I loro versi striduli, in particolare al tramonto del sole, sono quasi assordanti. E, se infastidiscono i passanti, figuriamoci chi abita da quelle parti. 

Ma gli schiamazzi sono davvero l’ultimo dei problemi. Quello principale è ben più fastidioso: le feci. Ormai viene chiamato ed è conosciuto come guano, anche se la definizione non è propriamente corretta. Fatto sta che di escrementi, gli storni, ne producono a chili, inondando le strade, imbrattando le macchine e rischiando di colpire anche qualche testa. “L’orario di rientro ai posatoi notturni di piazzale Gramsci - scrive un residente - sottopone la zona ad una grandinata di guano e noccioli d'oliva con tutti i problemi conseguenti: l'impossibilità di avere l'automobile pulita, di poter stendere i panne e le aiuole sotto ai pini di piazzale Gramsci, da pochi mesi sistemate, massacrate dal diluvio acido”.

La preoccupazione, però, è che le feci degli storni possano causare un danno grave alla salute della popolazione: “Metterei al primo posto il rischio sanitario, dovuto all’esposizione di noi cittadini all’enorme quantità di patogeni vari che gli uccelli portano”. Addirittura, l’Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori) ha lanciato l’allarme: “Il guano degli storni può contenere il Mycobacterium tubercolosis avio, un ceppo parente del germe della tubercolosi umana, che è resistentissimo”. La soluzione, per i residenti disperati, è una: “Sarebbe doveroso che il Comune riattivasse i dissuasori quanto prima”.