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Giovedì, 25 Aprile 2024
LO SPORT CONTRO LA VIOLENZA

Il Ceis di Viterbo apre le porte ai karateka del Kanseikan di Orvieto

Due ragazzi della comunità San Crispino hanno sostenuto l'esame da cintura bianca a gialla con il maestro Antonio Affatati

Lo sport e le discipline orientali contro la violenza e la droga. Nella mattinata di domenica 5 marzo 2023, si è tenuta presso la comunità Ce.I.S “San Crispino” di Viterbo la manifestazione “Il Karate contro la droga e la violenza”. L’evento è stato svolto in collaborazione con la scuola Kanseikan di Orvieto diretta dal Maestro Antonio Affatati, che ha promosso il passaggio a cintura gialla di due pazienti della comunità. I due allievi hanno svolto un regolare e impegnativo esame che hanno potuto sostenere, solo dopo un anno di intensa e costante preparazione atletica.

Gli atleti presenti

Hanno partecipato all’evento anche alcuni degli atleti agonisti della scuola Kanseikan di Orvieto, che si sono sfidati in una prova tecnica di combattimento sportivo (Kumite) a scopo dimostrativo. Presenti gli altri ospiti della comunità e i loro familiari. La manifestazione è stata promossa dal direttore terapeutico Aleandro Iacovelli in memoria di Karami Mohammad Mehdi, campione di Karate di 22 anni giustiziato lo scorso 7 dicembre dal regime iraniano a causa delle proteste scatenate dalla morte di Mahsa Amini, la ragazza curda morta a metà settembre mentre era nelle mani della polizia morale a causa di velo fuori posto.
Esame Karate 5.3.23 esaminandi durante un'esecuzione

Le parole del direttore 

Il direttore ha ricordato come "In Italia chi esegue le esecuzioni capitali sia la criminalità organizzata che trae profitto dai proventi della droga, irretendo giovani per l’uso e la manovalanza da spaccio, i quali in gran parte finiscono per cadere nella spirale della tossicodipendenza e della violenza annessa" ha spiegato a gran voce Iacovelli. Si è pertanto puntualizzato come "Il Karate, come antica arte marziale con i suoi codici etici fondanti (Dojo Khun), promuove un combattimento sportivo che per regolamento penalizza ogni colpo violento e assegna un punteggio per la vittoria solo all’esecuzione tecnica precisa e senza ferimento dell’avversario" ha poi continuato il dirigente della comunità. Non sono mancati momenti di commozione da parte degli esaminandi e dei presenti, non solo per il messaggio sociale che l’iniziativa ha promosso, ma anche per il senso di riscatto personale che il risultato raggiunto ha avuto per i due giovani pazienti/atleti.
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