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LETTERE AL MITTENTE

Il malcostume della "NON-trasparenza" sul territorio viterbese: no alle registrazioni comunali e ripetuti attacchi alla stampa

Provocazioni, frecciatine, riunioni amministrative in cui, nonostante gli argomenti veramente drammatici, si trova un piccolo spazio per provocare i giornalisti "anti propagandisti" in sala

Provocazioni, frecciatine, riunioni amministrative in cui, nonostante gli argomenti veramente drammatici, si trova un piccolo spazio per provocare i giornalisti "anti propagandisti" in sala. Sono le schermaglie "di potere" che da qualche tempo animano la Tuscia. Per non parlare del fatto che in un'epoca in cui la digitalizzazione e la "videosorveglianza" sono il minimo sindacale per i territori, tanto che i comuni presentano progetti su progetti per potere accedere ai fondi del Governo o della Regione dedicati, nella Tuscia ci sono ancora comuni conservatori che resistono. L'argomento in questo caso però non è la sicurezza sulle strade, bensì la trasparenza. Nel viterbese infatti ci sono ancora comuni che vietano "da vecchio statuto" le registrazioni dei consigli comunali o delle riunioni in sala consigliare, dove spesso succede davvero di tutto. La reticenza a modificare, nel senso di una trasparenza assoluta, gli statuti comunali non lascia certo immaginare una gestione della "cosa pubblica" in grande stile.

Il culmine dell'anti-democrazia viene raggiunto però nel braccio di ferro tra amministratori, non solo comunali ma anche di società di interesse pubblico, e giornalisti. Del resto si sa tutti vogliono parlare con i giornalisti fino a quando i giornalisti non iniziano a fare domande, soprattutto scomode e non concordate, oppure a mettere in piazza" i panni sporchi" di chi non li vuole lavare. Sta dilagando da tempo il malcostume di attaccare e provocare, durante le riunioni consigliari e non solo, i giornalisti seduti tra il pubblico. L'attacco a senso unico, visto che i bersagli di turno sono nella totale impossibilità di rispondere pena l'allontanamento dell'aula, appare un chiaro "consiglio" di allinearsi alla propaganda servita su tematiche di interesse pubblico che coinvolgono la cittadinanza da vicino, oppure il tentativo di stimolare una reazione avversa e far allontanare il giornalista dall'assemblea affinchè poi non abbia elementi su cui scrivere. Peggio ancora quando invece l'attacco è volto a screditare il professionista o la credibilità della persona o della testata giornalistica davanti al pubblico.

Nei giorni scorsi qualcuno, in un attacco poco corretto a un nostro collaboratore, avrebbe sostenuto il servilismo della redazione di ViterboToday ad una certa parte della politica forte proprio del "divieto di registrare" quello che avviene in assemblea. Dal canto nostro teniamo a specificare che " la propaganda" non è la nostra professione, il nostro ruolo è quello di informare i cittadini nel modo più fedele e obbiettivo possibile su quanto sta succedendo. 

ViterboToday è un giornale nazionale che si occupa del territorio e non è finanziato da politici locali, nè da imprenditori locali e può quindi permettersi di essere al di sopra delle parti. La stampa è uno strumento di informazione, democrazia e trasparenza tutelato dalla Costituzione italiana, e chi cerca di estromettere la stampa da riunioni che trattano "interessi pubblici" probabilmente ha paura o ha troppo da perdere. 

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