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Domenica, 3 Dicembre 2023
LAZIO

Poliziotto sbattuto contro il muro con un calcio nel carcere di Civitavecchia

Autore un detenuto che non voleva svuotare il cestino della propria cella. Per l'agente sette giorni di prognosi

Poliziotto della penitenziaria sbattutto contro il muro con un calcio. È successo nel carcere di Civitavecchia a opera di un detenuto straniero che, stando alle ricostruzioni fornite dai sindacati, non voleva svuotare il cestino della propria cella come, invece, previsto dal regolamento penitenziario.

"Il detenuto - riporta Ciro Di Domenico, coordinatore regionale della Fp Cgil Polizia penitenziaria -, dopo essere stato sollecitato dal poliziotto, ha prima risposto in modo brusco ma senza dare cenno di ulteriore segno di nervosismo, poi una vota che il poliziotto ha abbassato la guardia e l'attenzione gli ha sferrato un violento calcio nella parte frontale del torace, scaraventandolo per qualche metro e poi contro la parete retrostante. Gli altri colleghi poliziotti hanno soccorso il malcapitato e riportato alla calma il detenuto, che è già noto per altre aggressioni messe in atto in passato. Il poliziotto ha ‘ottenuto’ sette giorni di prognosi".

Mirko Manna, coordinatore nazionale della Fp Cgil Polizia penitenziaria: "Le pulizie delle proprie celle detentive, compreso lo svuotamento del cestino, sono previste dalle regole penitenziarie e fanno parte delle minime regole e prese di responsabilità che ogni detenuto dovrebbe dimostrare per intraprendere quel percorso di recupero che gli permetterà di reinserirsi nella società una volta scarcerato a fine pena.

Purtroppo - prosegue Manna - il Dap dimostra ogni giorno di aver perso il controllo della gestione della popolazione detenuta nelle carceri. In questi ultimi decenni non ha saputo bilanciare la necessità del mantenimento della sicurezza nelle carceri, con il compito di mettere in campo strategie utili per il reinserimento nella società delle persone condannate e detenute per reati gravi. La garanzia della sicurezza all’interno delle carceri, che passa anche da gesti semplici come svuotare un cestino dei rifiuti, è prerequisito fondamentale per cercare di avvicinarsi a quell’articolo 27 della Costituzioneì tanto citato, quanto poca è conosciuta la strada per raggiungerlo.

Il moltiplicarsi - conclude Manna - di eventi critici nelle carceri, come li chiama il Dap, e che non sono altro che calci, pugni e addirittura accoltellamenti ai poliziotti penitenziari da parte di detenuti che possono permettersi ormai di ignorare qualunque regola di convivenza, minano alle fondamenta il ruolo stesso di tutta la catena del sistema giustizia. Se non si ricorrerà ai ripari con immediatezza, il collasso dell’intero impianto è solo questione di tempo. E in molti se lo stanno augurando".

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