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Mercoledì, 24 Aprile 2024
GIUDIZIARIA / Centro Storico / Via Fontanella del Suffragio

Delitto del Suffragio | Massacrato di botte e torturato fino alla morte, la complice nell'omicidio è sana di mente?

Il tribunale di Viterbo ha affidato a uno specialista la perizia psichiatrica su Azzurra Cerretani, accusata dell'omicidio di Daniele Barchi. L'ex fidanzato è già stato condannato a 15 anni

Azzurra Cerretani, la 28enne accusata dell'omicidio, in concorso, di Daniele Barchi è sana di mente? A questa domanda dovrà rispondere in sessanta giorni lo psichiatra capitolino Federico Trobia, a cui il tribunale di Viterbo ha chiesto di valutare la capacità di intendere e di volere della giovane e, di conseguenza, di indicare se possa o meno stare a processo.

A chiedere e ad ottenere il rito abbreviato condizionato alla perizia psichiatrica è stato il difensore di Cerretani, l'avvocato Fausto Barili. "L'imputata ha un percorso psichiatrico importante che va avanti da anni - spiega Barili -. Pertanto, è necessario valutare una serie di aspetti chiave che certifichino o meno la sua capacità di intendere e di volere ai fini dell'imputabilità e quindi della celebrazione del processo".

Il gup Giacomo Autizi ha affidato allo psichiatra Trobia una perizia super partes. Ma sia il difensore della 28enne che l'avvocato di parte civile Pasqualino Magliuzzi, che rappresenta i genitori della vittima, si sono riservati di nominare un proprio consulente fino all'inizio delle operazioni peritali fissato per il prossimo 12 ottobre. Le fila saranno poi tirate in aula nella seconda metà di gennaio 2023.

Omicidio del Suffragio - Stefano PavaniPer Cerretani è stato chiesto il processo dopo quasi quattro anni dal delitto, avvenuto a maggio 2018. La sera del 22 maggio la vittima, il 42enne Daniele Barchi, è stato trovato cadavere in un monolocale al pianoterra in via Fontanella del Suffragio. Una traversa di corso Italia, in pieno centro storico. La ragazza è accusata di omicidio in concorso, con il fidanzato dell'epoca: il 34enne di Corchiano Stefano Pavani, giudicato seminfermo di mente e condannato in via definita a 15 anni di reclusione. I due, secondo l'accusa, avrebbero massacrato di botte e torturato Barchi fino alla morte. Seviziato con un coltello, un forchettone da cucina e una bottiglia di vetro. Il perché? Il 42enne non li avrebbe più voluti in quella casa dove li stava ospitando da tempo.

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