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LA LETTERA

Marco Bianchi scrive dal carcere di Viterbo alla mamma di Willy Monteiro: "Io e mio fratello siamo innocenti"

Lettera da Mammagialla di uno dei due fratelli accusati dell'omicidio di Colleferro del settembre 2020 a pochi giorni dalla sentenza

Una lettera lunga sette pagine e scritta dal carcere di Viterbo dove è recluso con l'accusa di aver ucciso Willy Monteiro, il ragazzino massacrato di botte a Colleferro nel settembre del 2020. Marco Bianchi, imputato insieme al fratello Gabriele e a due amici, ha inviato lo scritto all'Adnkronos e si è rivolto al pubblico che, a suo dire, è "influenzato" dalla descrizione che i media hanno fatto di lui e di suo fratello. "Io e Gabriele siamo ragazzi di cuore, sinceri - afferma Bianchi -. Tutte quelle cattiverie che hanno detto contro di noi non sono vere, sono state solo bugie su bugie per farci toccare il fondo. Siamo stati descritti sin dall'inizio, senza conoscere gli atti del processo, come mostri e assassini".

Metà lettera è riservata a Lucia Monteiro, madre di Willy. "Signora mia - scrive Marco Bianchi -, ogni volta che ho la possibilità di guardarla vedo il dolore e l'odio che può provare per chi le ha portato via suo figlio. È lo stesso sentimento che leggo negli occhi di mia madre, che è morta dentro e prova rancore per il vero colpevole. Il bugiardo che ha rinchiuso i suoi figli in carcere al suo posto per un crimine che non hanno commesso".

Viterbo - Il carcere di Mammagialla"Spero al più presto - continua Bianchi - che scoprirà la verità per poter avere la meritata soddisfazione di poter dire a suo figlio di averlo difeso, di aver assicurato i responsabili della sua morte alla giustizia. Ma non siamo noi. Non siamo quei ragazzi che le stanno facendo credere. Siamo semplici ragazzi di famiglia e di cuore, che se sbagliano si assumono le proprie responsabilità. La paura più grande, che non ci dà pace, è quella di farci la galera per un fatto mediatico, non perché colpevoli. Prima o poi la verità uscirà fuori e spero sia dimostrata l'innocenza mia e di mio fratello, perché possa ritornare lui dalla sua famiglia e io crearmene una. Confido nella giustizia, la verità verrà fuori".

La lettera di Marco Bianchi dal carcere di Mammagialla arriva a pochi giorni dalla sentenza, attesa per il 4 luglio in corte d’assise a Frosinone. Per lui e suo fratello Gabriele la procura ha chiesto l’ergastolo, mentre per gli altri due imputati 24 anni di reclusione. "Ho toccato il fondo - si legge nella lettera -. È una cosa che non auguro a nessuno. La sensazione di essere da soli, al buio. Sono andato giù, ma oggi ho deciso di rialzarmi e combattere per la verità e per la vita. Il colpevole non si è preso le proprie responsabilità. Ancora con il sangue sulle scarpe, se ne sta tranquillo in casa sua. Sia io che Gabriele continueremo sempre, da uomini veri, a dire che non c'entriamo nulla con questo crimine. Non siamo le brutte persone descritte dai media. Quel ragazzo non è morto per mano nostra".

Comprensibile e pacata la risposta di Armando Monteiro, padre di Willy: "Per adesso lasciamo le cose come stanno e non commentiamo. Il prossimo lunedì ci sarà la sentenza, confidiamo nella giustizia".

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