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GIUDIZIARIA

Processo al santone di Acquapendente, la madre di una seguace: "Ha fatto di mia figlia la sua schiava del sesso"

Davanti al tribunale di Viterbo la testimonianza della donna che ha denunciato Pasquale Gaeta, alias maestro Lino: "Diceva a mia figlia che ero la sua colpa da espiare, così me l'ha portata via..."

Una testimonianza scioccante ma lucidissima, anche se non sono mancati momenti di cedimento. Come quando ha raccontato di aver trovato decine e decine di foto nude di sua figlia che la ragazza avrebbe inviato al maestro Lino, nella realtà Pasquale Gaeta. 

Lui è il 64enne, conosciuto anche come santone di Acquapendente, a processo davanti al tribunale di Viterbo per violenza sessuale su due presunte seguaci, maltrattamenti in famiglia ed esercizio abusivo della professione di psicologo. Lei, invece, è Virginia Melissa Adamo, madre di una delle due ragazze. La donna ha denunciato Gaeta accusandolo di aver soggiogato la figlia ed avergliela portata via dopo averlo seguito ad Acquapendente.

Nel comune dell'alta Tuscia il 64enne avrebbe avuto la sua "setta" Qneud, acronimo di Questa non è una democrazia, di cui lui stesso sarebbe stato il guru. Intercettata a Bologna, dove frequentava l'università, la ragazza, oggi 28enne, avrebbe seguito Gaeta nel Viterbese non facendo mai più ritorno a casa e chiudendo tutti i rapporti con la madre.

Nel processo la donna si è costituita parte civile, mentre la figlia è solo parte offesa avendo negato durante l'incidente probatorio del 2019 ogni sorta di abuso subito da Gaeta. Ieri, davanti al collegio dei giudici presieduto da Elisabetta Massini, la madre ha raccontato come e perché la 28enne avrebbe interrotto ogni tipo di rapporto con lei dopo aver seguito l'imputato.

La testimonianza della madre di una delle seguaci

Santone di Acquapendente - Pasquale Gaeta e Virginia Melissa Adamo"Gaeta si presentava come il maestro psicologo Lino e ad Acquapendente si faceva chiamare il messia - ha detto Virginia Melissa Adamo -. Mia figlia gli ha dovuto giurare devozione e le persone che avrebbe voluto frequentare dovevano passare prima da lui che dava o meno l'approvazione. L'obiettivo era quello di farle terra bruciata intorno.

Il metodo di Gaeta - ha spiegato Adamo - prevedeva varie fasi. Il primo era quello della trasformazione, con mia figlia che è stata fatta dormire nel letto con Gaeta e la compagna che la "coccolavano". C'era poi l'espiazione, che avveniva anche attraverso la nudità che, secondo Gaeta, avrebbe aiutato a far superare a mia figlia i problemi che lui sosteneva avesse, a partire dal disturbo di pluripersonalità. Ho trovato almeno trenta foto di mia figlia nuda, anche mentre usava oggetti sessuali nelle parti intime. È stata trasformata in una schiava sessuale.

Con Gaeta tutto aveva uno sfondo sessuale e anche mia figlia era arrivata al punto di avere solo il sesso in testa. Lui è un porco, con la passione anche per feci e urina. Diceva a mia figlia di bere la sua urina. Urinava sulle foto che mi ritraevano sostenendo che io ero la colpa che mia figlia doveva espiare, e così ha fatto in modo che lei mi odiasse e arrivasse anche al punto di rimuovere periodi vissuti insieme, come la vacanza in Egitto", conclude Adamo.

La testimonianza del compagno della madre

"La figlia della mia compagna è sempre stata una ragazza tranquillissima, ma da quando ha iniziato ad andare ad Acquapendente è cambiata. Ha cominciato con lo screditare continuamente la madre e il fratello. Era inoltre dimagrita, aveva le occhiaie e si era anche tagliata i capelli a cui teneva tantissimo. Poi ha iniziato a non tornare più a casa e a non farsi vedere né sentire neppure per le feste.

Avendo capito che c'era qualcosa che non andava, mi sono recato ad Acquapendente dove ho avuto conferma della situazione. Ho conosciuto Lino, che lei chiamava maestro perché diceva che la faceva stare bene e che le aveva fatto intraprendere un cammino spirituale. Lui, però, si mostrava prepotente nei suoi confronti ed era chiaro che aveva un particolare ascendente su di lei. La ragazza parlava in continuazione solo di sesso e io stesso ho trovato in un armadietto del bagno una serie di oggetti sessuali.

Il mio obiettivo era quello di diventare, all'apparenza, uno di loro così da avere più chiara la situazione. Ma da un giorno all'altro la 28enne non ha più voluto vedere né avere ulteriori rapporti neppure con me".

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