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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Slogan no vax a Bassano Romano, "una risposta a nazi Maggi". A novembre il sindaco aveva già reagito duramente a un primo imbrattamento

L'azione della settimana scorsa assume i contorni della "ritorsione" dopo una prima condanna del primo cittadino. Carabinieri e polizia al lavoro. Per i fatti di sei mesi fa c'è un'informativa in procura

Gli slogan no vax su villa Giustiniani Odescalchi a Bassano Romano sono uno sfregio. Non solo verso un bene storico - artistico, ma anche contro il sindaco Emanuele Maggi. E non ne sono convinti solo carabinieri e polizia, che da mesi stanno monitorando e lavorando su quanto sta accadendo in paese. Ad affermare che quella scritta sul muro del palazzo, a caratteri cubitali con vernice rossa e accompagnata dal simbolo no vax della doppia V cerchiata, ha i contorni della "ritorsione" è lo stesso "guerriero", come si chiamano e si ritengono gli appartenenti al gruppo, che l'ha realizzata.

L'incontro tra il prefetto Antonio Cananà e il sindaco Emanuele Maggi

Ma facciamo un passo indietro. Quando la mattina del 7 maggio Maggi si imbatte nell'imbrattamento ha una dura reazione di condanna: è inammissibile veicolare messaggi danneggiando beni pubblici che per essere ripristinati comportano una spesa per i cittadini, è la sintesi dell'intervento del primo. Ciò provoca la controreazione del gruppo no vax, che mette nel proprio mirino lo stesso sindaco che diventa bersaglio di "vilipendio e attacchi violenti, oltraggiosi e deplorevoli", come li ha definiti il prefetto di Viterbo Antonio Cananà nell'incontro di ieri nella sala consiliare del comune di Bassano Romano dove si è recato per esprimere la sua solidarietà a Maggi.

"Purtroppo - scrive il gruppo no vax in un messaggio a margine dell'attacco al sindaco - un "guerriero" ha commesso un grave errore violando l'etica che seguiamo nella lotta e ha fatto le scritte su un muro che ha un valore storico. Una cazzata enorme perché noi non tocchiamo monumenti o edifici storici o dal particolare valore estetico monumentale. Ma per quanto possa aver sbagliato, mai e poi mai il suo errore potrà togliere verità a quanto ha scritto. La scritta ha oggettivamente contribuito a trasmettere un messaggio importante" e blablabla.

Vignetta no vax contro Emanuele Maggi-2

L'ira del gruppo, o meglio di quella che appare essere la sua cellula numero uno, nei confronti del "guerriero" che ha realizzato la frase esplode soprattutto in una chat Telegram, privilegiato canale di comunicazione e propaganda no vax. "Il muro del 1500 - viene scritto al "guerriero" - non rispetta la nostra etica e non dovevi proprio farlo, cazzo. Abbiamo dei parametri importanti da seguire. Non si toccano muri dal valore storico, porca troia. Ma l'hai letta l'etica o no? Ci danneggi facendo 'ste stronzate. Ma come cazzo ti è venuta in mente una tale cazzata?!?! Adesso sono cazzi, dovremo farci il culo e perdere tempo".

Ma è dalla risposta del "guerriero" che ha commesso il passo falso che emerge il fine (o uno dei fini) dell'azione su villa Giustiniani. "Vado a cancellare immediatamente - è la replica ai "capi" -. Sono mortificato. Avevo tenuto da parte quelle bombolette proprio per questa azione... Dopo le parole di nazi Maggi pensavo fosse dovuta una ripetizione...". Il riferimento è agli slogan e agli adesivi con cui Bassano Romano era già stato imbrattato a novembre, provocando una prima reazione di condanna del sindaco.

Chat no vax su Bassano Romano

Per quell'episodio il primo cittadino ha sporto querela e i carabinieri hanno inviato un'informativa alla procura di Viterbo per le valutazioni di sua competenza. Per le frasi apparse la scorsa settimana, invece, Maggi presenterà denuncia nella giornata di oggi, mentre quella della direzione del museo è già stata formalizzata. Querela del sindaco anche per gli attacchi ricevuti. "Attenderemo i tempi della giustizia - commenta il primo cittadino - e il comune di Bassano Romano percorrerà ogni via possibile per richiedere il risarcimento dei danni subiti anche per le spese sostenute per cancellare queste scritte pregne di inciviltà e mancanza di rispetto per l'arte, la storia e i cittadini tutti". In tal senso il comune è pronto a costituirsi anche parte civile in un eventuale processo.

"Non ci facciamo intimidire ma temiamo il ripetersi di queste azioni - ammette Maggi durante l'incontro con il prefetto -. Azioni che comportano una spesa di migliaia di euro dei cittadini per il ripristino del decoro pubblico. In caso di condanna, confidiamo in una pena che preveda il reinserimento nella società piuttosto che in una punitiva. Perché questo soggetto va rieducato al vivere civile". L'allerta delle forze dell'ordine, a partire dai carabinieri, è massima e il loro lavoro è costante e certosino. Il comandante della stazione, Giuliano Ramognino Gentile, ne è certo: "Si tratta di una persona che conosce bene il territorio, che colpisce di notte e che si muove con cognizione di causa sapendo dove non ci sono le telecamere di sorveglianza".

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