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Omicidio Angeletti, il killer chiede perdono: "Non mi riconosco in quello che ho fatto"

L'imputato Claudio Cesaris ha rilasciato spontanee dichiarazioni in aula: "Dolore immane, non c'è una giustificazione"

"Chiedo perdono per quello che ho fatto". Claudio Cesaris, il 69enne a processo per l'omicidio alle Saline di Tarquinia del docente universitario Dario Angeletti prende la parola in aula e, in apertura dell'udienza davanti alla corte di assise di Roma, rilascia spontanee dichiarazioni.

"È passato più di un anno e non mi riconosco in quello che ho fatto - ha detto l'imputato -. Ho avuto una vita integerrima. Tutto questo mi dà un immane dolore, ho privato una famiglia di un loro caro e non c'è una giustificazione. Voglio chiedere perdono per quello che ho fatto".

L'omicidio di Angeletti il 7 dicembre 2021. Il biologo marino e professore associato all'università della Tuscia è stato ucciso con due colpi di pistola nel parcheggio delle Saline a Tarquinia. Reo confesso l'imputato Cesaris, 69enne di Pavia. L'accusa è di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla premeditazione per aver agito "nei confronti di persona che frequentava la ex compagna, dopo aver assunto informazioni sul conto della vittima, effettuato pedinamenti e sopralluoghi, essersi informato sulla possibilità di localizzare un telefono spento e sulla percentuale dei casi irrisolti di omicidio, essersi procurato un'arma diversa da quelle denunciate e con essa aver atteso che la vittima uscisse dal lavoro"

Cesaris è imputato anche di atti persecutori nei confronti della ex. Il pm della procura di Civitavecchia, Alessandro Gentile, ha chiesto 23 anni di carcere per l'imputato. La sentenza dei giudici della corte di assise di Roma è attesa per il prossimo 10 maggio.

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