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L'INDAGINE / Soriano nel Cimino

Omicidio Bramucci, la cognata ha accompagnato i killer nel primo sopralluogo sulla scena del delitto

La pianificazione dell'omicidio, le indicazioni ai killer, il sopralluogo insieme a loro: il ruolo di Sabrina Bacchio nel delitto. Da sabato la donna è in carcere

Dietro l’omicidio di Salvatore Bramucci, secondo gli inquirenti, ci sarebbe stata da sempre la cognata Sabrina Bacchio. Tra la vittima, 58 anni, e la sorella della moglie, 48, c’erano frizione remote, sfociate nel 2013 in una denuncia per furto sporta dall’uomo nei confronti della donna. Questioni di soldi, insomma.

Omicidio Salvatore Bramucci - Constantin Dan Pomirleanu, Sabrina Bacchio e Tonino Bacci

Sabrina Bacchio con Constantin Dan Pomirleanu e Tonino Bacci

Bramucci il 7 agosto scorso è stato ucciso con una raffica di colpi nelle campagne di Soriano nel Cimino, a un centinaio di metri dalla propria abitazione da cui era appena uscito. È stato freddato, mentre si trovava alla guida della sua auto, da un commando di fuoco partito all’alba dalla Capitale e composto da tre persone. Tra questi, stando a quanto finora ricostruito dagli investigatori, ci sarebbero stati Tonino Bacci e Lucio La Pietra, in carcere già dal 13 settembre. Gli hanno sbarrato la strada con una Smart e una Giulietta e gli hanno sparato contro sei colpi di pistola, cinque dei quali lo hanno raggiunto alla testa e nella parte superiore del corpo facendolo morire sul colpo.

Soriano nel Cimino - Omicidio di Salvatore Bramucci-2

“Un agguato organizzato in ogni minimo dettaglio”, ribadiscono i carabinieri del nucleo investigativo di Viterbo che stanno conducendo le indagini coordinate dal pm Massimiliano Siddi. Bacchio, secondo l’ipotesi investigativa, “ha preso parte alla pianificazione dell’azione omicidiaria fin dall’inizio della sua ideazione”, che gli inquirenti collocano almeno alla metà di luglio. A rivelarlo sarebbe stata la compagna di La Pietra, intercettata mentre si trovava in auto con la sorella dopo l’arresto dell’uomo: “È da luglio che sa deve fare questa cosa, dalla metà di luglio”. A ciò si aggiungono una serie di messaggi partiti e arrivati sul cellulare di Bacchio.

Salvatore Bramucci-2

Salvatore Bramucci

Dalle carte dell’inchiesta emerge che dal 17 luglio è un susseguirsi di conversazioni telefoniche e incontri tra la cognata di Bramucci e gli altri quattro indagati, in particolar modo Bacci. Elementi che, messi insieme, hanno permesso alla procura di Viterbo di chiedere e ottenere dal gip l’ordinanza di arresto che sabato pomeriggio ha fatto finire la 48enne nel carcere di Rebibbia per omicidio volontario in concorso. I carabinieri sono andati a prenderla nella sua casa a Guidonia, dove l’hanno trovata insieme al compagno Constantin Dan Pomirleanu, anche lui indagato. Non ha battuto ciglio, consapevole che prima o poi questo momento sarebbe arrivato.

Stando a quanto emerso dalle analisi informatiche, il 17 luglio scorso Bacchio invia un messaggio a Bacci: “Nino, mi fai sapere per il motore per mia suocera? Calcola che non esce più alle 9 ma alle 8, capito? Per organizzarmi…”. Secondo gli inquirenti si tratta di un linguaggio in codice per riferirsi a Bramucci a cui il magistrato di sorveglianza, proprio il giorno prima, aveva anticipato di un’ora la libera uscita dai domiciliari con i quali stava finendo di scontare una condanna per usura ed estorsione. Il 25 luglio, invece, viene ricostruito un incontro a casa della donna a cui avrebbero partecipato tutti gli indagati: oltre alla coppia Bacchio – Pomirleanu, sarebbero stati presenti Bacci, La Pietra e Alessio Pizzuti. “Io ho staccato da lavora’ mo – scrive Bacci alla 48enne -. Devo anda’ a pia’ quel mongoloide a Ponte di Nona, devo ritorna’ quassù casa a pia’ quell’altro, perché qua so’ tutti mongoloidi, hai capito? Non se sanno move, li mortacci loro. Vabbè, io per le sei (di sera, ndr) so’ da te”. Una volta arrivati, il cenno: “Stamo qua sotto”. A cui segue l’invito della donna a “posare” i cellulari.

Soriano nel Cimino - Omicidio Salvatore Bramucci - Tonino Bacci e Lucio La Pietra

Tonino Bacci e Alessio La Pietra

Ma è continuando a passare al setaccio quei cellulari che emerge che il 30 luglio Bacci informa Bacchio che il commando è pronto a entrare in azione: “Noi siamo tutti in preparazione”. Passano tre giorni e il 2 agosto Bacchio chiede aggiornamenti: “Come stiamo messi?”. “Giovedì mattina stamo là”, risponde Bacci. Giovedì è il 4 agosto, giorno dell’ultimo sopralluogo sulla scena del delitto per studiare tempi, percorsi e vie di fuga per quell’agguato mortale inizialmente pianificato per il 6 agosto ma che poi è slittato di 24 ore a causa di un “imprevisto” di cui Bacchio viene messa al corrente. Pochi dubbi, alla fine, per gli investigatori: “Il gruppo di fuoco si muoveva sulla base di precise indicazioni fornite dalla donna, che aveva preso parte alla pianificazione dell’azione omicidiaria fin dall’inizio della sua ideazione”.

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Tra le novità emerse dalle ultime indagini c’è che a fine luglio sarebbe stata la stessa Bacchi ad accompagnare gli altri indagati in un primo sopralluogo sui luoghi del delitto. Tra loro ci sarebbe stato sempre Bacci, che conosce bene e da tempo la 48enne. Vivono nello stesso quadrante a est della Capitale, tra Guidonia e Ponte di Nona. Anche se la donna, che ha due figli, è originaria proprio di Soriano nel Cimino.

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