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OMICIDIO DI VETRALLA / Vetralla

Bimbo di 10 anni ucciso dal padre | "Sentenza giusta, ma nulla restituirà il piccolo Matias alla madre"

L'avvocato di parte civile Michele Ranucci dopo il deposito delle motivazioni della condanna all'ergastolo per Mirko Tomkow

“Una sentenza giusta”. Michele Ranucci, avvocato di parte civile della madre e degli zii del piccolo Matias Tomkow, il bimbo di 10 anni ucciso dal padre a Vetralla, commenta la condanna all’ergastolo dell’uomo dopo che la corte di assise di Viterbo ha reso note le motivazioni del “fine pena mai”.

Mirko Tomkow con Matias

“Si tratta - afferma il legale - di una sentenza giusta ed equilibrata dal punto di vista tecnico. Su cui si è riflettuto, come era già avvenuto durante l’istruttoria, il lavoro di qualità, precisione e scrupolosità fatto dalla procura”. La difficile indagine è stata coordinata dalla pm Paola Conti, a cui gli stessi giudici riconoscono l’essere riuscita “ampiamente a provare le condotte materiali” di Tomkow. Il manovale polacco di 45 anni è stato condannato con tutte le aggravanti (ad eccezione della crudeltà): dalla premeditazione all’aver ucciso un familiare minorenne, dalla minorata difesa agli abietti e futili motivi.

"Ripugnante e vile. Ha inveito contro il figlio di 10 anni solo in casa, infierendo e provocandogli una morte non immediata e densa di sofferenza"

“La sentenza – prosegue l’avvocato Ranucci – fotografa perfettamente la portata della tragedia, anche grazie alla terminologia utilizzata dai giudici”. Nelle 28 pagine di motivazione si legge: “Ripugnante. Spregevole. Vile. Ha inveito contro il figlio di 10 anni solo in casa, infierendo e provocandogli una morte non immediata e densa di sofferenza fisica e morale". I magistrati sottolineano la premeditazione dell’omicidio, “l’assenza di qualsiasi manifestazione di pentimento” da parte di Tomkow per “l’orribile” gesto compiuto, il suo “totale disinteresse” nei confronti del figlio. Evidenziano i problemi di alcolismo dell’uomo, ripercorrono i maltrattamenti inferti alla compagna, “condotta – rilevano – che fuori casa è riuscito a tenere nascosta per diversi anni”.

“Ora la speranza – dice l’avvocato Ranucci – è che la mamma e gli zii di Matias, per i quali il bambino era come un figlio, possano ritrovare un po’ di pace e serenità. Non sarà facile e servirà del tempo. Siamo tutti consapevoli che la ferita per la morte del piccolo non si rimarginerà mai e che mai nulla potrà restituirgli Matias”.

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Il 16 novembre dello scorso anno il bambino è stato soffocato e accoltellato dal padre che lo ha pugnalato per tre volte in organi vitali tra la gola e il mento, il torace e il collo. Il piccolo, appena rientrato da scuola, è stato sorpreso dall’uomo nella casa di famiglia a Cura di Vetralla. Appartamento a cui il 45enne non poteva neppure avvicinarsi dopo essere stato allontanato per i continui maltrattamenti nei confronti della compagna. Matias è stato ritrovato dalla stessa donna chiuso nel cassettone del letto matrimoniale, imbavagliato con dello scotch da pacchi, insanguinato in volto e con un coltello conficcato in gola. Ora Mariola Rapaj quella casa, per cui starebbe continuando a pagare il mutuo, vorrebbe venderla. Dal giorno dell’omicidio non è più riuscita a metterci piede. Nessuno c’è più rientrato, ad eccezione degli investigatori per i rilievi.

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