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Rapina a mano armata in gioielleria, colpo da 100mila euro. Non parte il processo al boss e al ristoratore: "L'imputato è ricoverato in ospedale"

Salta la prima udienza del processo a Giuseppe Trovato, Antonio Loria e a una complice per la rapina alla gioielleria Bracci di piazza del Teatro

Non parte il processo a Giuseppe Trovato, boss di Mafia viterbese, e al ristoratore campano Antonio Loria per la rapina a mano armata alla gioielleria Bracci di piazza del Teatro. Se Trovato si trova nel carcere di Nuoro al 41-bis per associazione a delinquere di stampo mafioso, "Loria è ricoverato al policlinico Gemelli di Roma per un intervento al cuore". Ad informare il tribunale di Viterbo è stato il suo difensore, l'avvocato Samuele De Santis. Il processo è stato rinviato, per la seconda volta, al 22 novembre per l'ammissione prove.

Il colpo, da 100mila euro tra gioielli e incassi, è stato messo a segno all'ora di pranzo del 14 marzo 2018. In quattro hanno fatto irruzione nel negozio legando i commessi con del nastro, sparando e ferendosi pure. Trovato, difeso dall'avvocato Giuseppe Di Renzo, sarebbe stato il mandante, oltre a mettere a disposizione degli esecutori materiali alloggi e mezzi per scappare e ad aver monetizzato la refurtiva. Loria, invece, sarebbe stato il basista: avrebbe dato ai malviventi indicazioni su come muoversi in città e all'interno della gioielleria tra cassaforte e cassetti da svuotare.

Ad incastrare i due sarebbero state principalmente le intercettazioni telefoniche. In quel periodo, infatti, Trovato, titolare di tre compro oro nel capoluogo, era monitorato dai carabinieri nell'ambito dell'operazione antimafia Erostrato. Sono imputati per rapina aggravata insieme alla compagna di uno degli esecutori materiali che, incinta all'epoca dei fatti, avrebbe fatto da palo. A Jenela Grancea, questo il suo nome, 25 anni, viene contestato anche il concorso nella detenzione illegale della pistola usata durante il colpo. Loria, invece, è accusato pure di detenzione di cocaina ai fini di spaccio.

Gli esecutori materiali della rapina sono già stati condannati. Ignazio Salone, 50 anni, a otto anni e nove mesi di reclusione. Stefan Grancea, 31 anni, a undici anni e sei mesi di reclusione. La sorella Elena Grancea, 36 anni, a quattro anni.

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