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STORIA E TRADIZIONI

Sacro fuoco di Sant'Antonio Abate: una tradizione medievale che ancora incanta

Tutto pronto a Bagnaia, dove il 16 gennaio l'enorme catasta di legna verrà bruciata e gli animali riceveranno la benedizione intorno al fuoco

Bagnaia si prepara ad accendere il sacro fuoco di Sant'Antonio Abate. Ieri, venerdì 6 gennaio, mentre a Viterbo e in tutta la provincia tutti erano in attesa dell'arrivo della befana, a Bagnaia si lavorava già all'accatestamento della legna per celebrare Sant'Antonio Abate. Nonostante il giorno delle celebrazioni sia il 17 gennaio, a Bagnaia il sacro fuoco arderà il 16 gennaio. Ieri il Comitato sacro fuoco di Bagnaia ha lavorato per preparare la tradizionale catasta di legna che servirà a celebrare il protettore degli animali.

Le celebrazioni

Protettore degli animali, sia domestici che selvatici, il santo è considerato fondatore del monachesimo cristiano e primo degli abati e la Chiesa in occasione delle celebrazioni, che solitamente sono fissate il 17 gennaio di ogni anno, benedice gli animali e le stalle ponendoli sotto la protezione del santo. Proprio per queto particolare tipo di celebrazione Sant'Antonio Abate è anche chiamato Sant'Antonio del Fuoco.

Sacro fuoco di Sant'Antonio

La tradizione

La tradizione di benedire gli animali nasce in realtà nel Medioevo in terra tedesca, quando era consuetudine che ogni villaggio allevasse un maiale da donare all'ospedale, dove prestavano il loro servizio i monaci di sant'Antonio.

A partire dall'XI secolo gli abitanti delle città si lamentavano della presenza di maiali che pascolavano liberamente nelle vie e i Comuni si incaricarono allora di vietarne la circolazione ma fatta sempre salva l'integrità fisica dei suini "di proprietà degli Antoniani". Per questo motivo Sant'Antonio Abate a volte viene raffigurato accanto a un maiale con una campanella collo.

La storia del santo

L'uomo sarebbe nato in Egitto intorno al II secolo dopo Cristo da agiati agricoltori cristiani, secondo la storia, ed è rimasto orfano prima dei vent'anni con un ingente patrimonio.  Antonio avrebbe però abbandonato tutto per seguire la vocazione e diventare un eremita.

Sono tante le leggende che si narrano su Sant'Antonio Abate, tutte collegate alla sue molteplici raffigurazioni. Fin dalle immagini più antiche, infatti, la rappresentazione del santo prevede alcuni simboli come la Croce a Τ , il tau dell'alfabeto greco, sulle vesti o all'apice del bastone; una campanella; un maiale o un cinghiale accanto; il libro delle sacre scritture, generalmente aperto; il fuoco sul libro o ai piedi, a ricordare la protezione del santo sui malati del cosiddetto "fuoco di Sant'Antonio", ovvero l'herpes; il serpente, schiacciato dal piede; la corona del Rosario, in mano o pendente dal bastone e l'aquila, ai piedi.

Sacro fuoco- befane

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