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Venerdì, 19 Aprile 2024
GIUDIZIARIA / Orte

Donna stuprata alla stazione di Orte: "Urlava a squarciagola, l'ho trascinata via dal suo aguzzino"

Il racconto, davanti ai giudici, del dipendente delle ferrovie che per primo ha soccorso la 49enne violentata nei bagni

Stupro alla stazione di Orte, parla l'uomo che per primo ha soccorso la donna. "Urlava a squarciagola, l'ho trascinata via dal suo aguzzino".

L'uomo, dipendente di Rfi, ieri è comparso, insieme a un collega, davanti ai giudici del tribunale di Viterbo nel processo per violenza sessuale a carico di un 50enne italiano detenuto nel carcere di Mammagialla. Lo stupro risale al 10 settembre 2022, poco dopo le 20.

"Ho sentito una donna urlare a squarciagola, così mi sono diretto verso i bagni e le grida diventavano sempre più forti - ripercorre l'uomo -. Mentre andavo ho visto la donna uscire correndo mentre ripeteva: 'Mi ha violentata, mi ha violentata'. Di impulso l'ho presa per il braccio e l'ho trascinata via, mentre dal bagno usciva l'uomo che con fare minaccioso si dirigeva verso di noi. Così ho deciso di portare la donna in ufficio e metterla al sicuro mentre allertavo un collega, che ha visto l'uomo allontanarsi e ha chiesto l'intervento della polizia ferroviaria".

Grazie alla descrizione fornita del 50enne, gli agenti della Polfer sono riusciti a individuarlo e fermarlo prima che riuscisse a scappare in auto. Poi è stato arrestato.

La vittima, che si è costituita parte civile, è una 49enne. La sera della violenza è stata subito presa in carico dal personale sanitario e trasportata in ospedale dove è stata inserita nel percorso rosa. Nella scorsa udienza del processo ha raccontato ai giudici la violenza subita. "Ero nei bagni della stazione, chiusa dentro, quando ho sentito muovere la maniglia della porta - ripercorre davanti al collegio -. Pensando fosse una donna, ho aperto ma mi sono trovata davanti l'uomo. Mi ha spinta dentro al bagno e ha chiuso la porta. Aveva i pantaloni slacciati e i genitali fuori e ha iniziato a colpirmi in testa. Io gridavo ma non c'era nessuno. Ho capito che se volevo uscire dove farlo da sola. Così l'ho colpito nelle parti intime, lui si è fatto male e io sono riuscita a scappare".

La 49enne si è poi rivolta al centro di salute mentale di Civita Castellana. "È stata da noi tra novembre e dicembre 2022 - ricorda la psichiatra che l'ha presa in cura, testimone di parte civile -. Le è stato diagnosticato un disturbo da stress post traumatico".

Il processo è stato rinviato al primo pomeriggio del 4 luglio per l'ascolto dell'unico testimone della difesa. L'avvocato dell'imputato vorrebbe far sottoporre il 50enne a una perizia psichiatrica. Se i giudici dovessero respingere la richiesta, sempre alla prossima udienza si procederà con la discussione delle parti e la sentenza.

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