LA CITTÀ CHE MUORE | Chiude Shizen: è stato il primo ristorante giapponese della provincia
Il noto e pioneristico locale saluta la città dopo anni di attività: 'Grazie a tutti i clienti che ci hanno accompagnato"
"Grazie di cuore a tutti i clienti che ci hanno accompagnato tutti questi anni". Un messaggio che ha colto di sorpresa i tanti affezionati frequentatori ma che, purtroppo, è inequivocabile. Chiude Shizen: è stato il primo ristorante giapponese della provincia. E un (altro) pezzo di città muore.
Precursore nella Tuscia di un tipo di cucina orientale che poi sarebbe dilagata, come nel resto di Italia, Shizen saluta dopo oltre dieci anni di attività. Prima al locale di via Santa Maria in Gradi alla Grotticella e poi in quello al Riello, in questo decennio e più non c'è stato viterbese che non abbia mangiato almeno una volta sushi e sashimi, ramen e onigiri da Shizen.
Con il trasferimento nel 2015 in via Bachelet, a due passi dall'università e dal tribunale, il ristorante ha presentato un'altra novità, moderna e da subito molto apprezzata: il Kaiten sushi. Ossia, il cibo veniva fatto "cammina" sotto gli occhi dei clienti su un nastro trasportatore in continuo movimento. Il Kaiten sushi proponeva anche formula, pure questa una novità assoluta per la città, "All you can eat": mangiare tutto quello che si vuole ma pagare un prezzo fisso.
"È un vero peccato sapere della vostra chiusura. Siete in tanti ricordi di momenti lieti. Buona fortuna", commenta uno dei clienti. In questi anni sono stati veramente tanti. Tantissimi. E non sono mancati i volti, alcuni dei quali hanno fatto tappa da Shizen durante la loro visita a Viterbo. Come l'ex rugbista, oggi personaggio televisivo, Martin Castrogiovanni. Oppure l'attore Kim Rossi Stuart e il viterbese vincitore del Grande fratello Alberto Mezzetti.
