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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Post pandemia, i giovani dicono stop a straordinari e carriere stressanti: il nuovo trend è il Quiet Quitting

Anche nel Lazio si sta diffondendo tra gli under 30 la convinzione che prima viene il benessere fisico, la normalità e poi il lavoro ma senza carriera


Dopo la fase delle Grandi Dimissioni, che ha visto milioni di persone lasciare volontariamente il proprio posto di lavoro - fenomeno che ha interessato gli Stati uniti quanto l'Europa - siamo entrati in una nuova fase: la Quiet Quitting, l'abbandono silenzioso.

Si tratta di un fenomeno nato soprattutto tra i Millenial e la Generazione Z che si contrappone alla "hustle culture", la cultura del trambusto e della fretta dovuta al mettere sempre al primo posto il lavoro e i compiti da esso derivati. Al contrario l'abbandono silenzioso” è il fenomeno in cui i dipendenti sono disposti a svolgere solo lo stretto indispensabile compatibilmente con le ore definite da contratto, rifiutando di fare straordinari, aderire a progetti extra e assumersi ulteriori responsabilità. L'abbandono silenzioso nasce dall'idea di disimpegnarsi dal lavoro quando si trasforma nel dover essere disponibile 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Perchè la cosa veramente importante diventa salvare più energie possibili per dedicarle a se stessi, al proprio tempo libero e alla propria vita.

Soprattutto tra i MIllenials lo stipendio non è cosi importante se richiede sacrifici in termini di benessere psico-fisico: basta annullarsi per la carriera, per essere apprezzati dal proprio capo facendo straordinari o dimostrando sempre disponibilità e reperibilità. La ricetta è preferire la salute mentale allo stress lavorativo e mettere al primo posto la vita, che il più delle volte è uso comune tralasciare per spendere tutte le proprie energie e "fare carriera". Per i giovani, a oggi, mettere tutto il proprio impegno nel lavoro non paga: ottenere risultati e promozioni ormai è complicato e non è detto che ne valga la pena. La colpa di questo "cambio di trend" va al Covid che, se da una parte ci ha tolto il piacere della socialità, dall'altra ci ha messi davanti alla realtà della nostra esistenza, breve e fragile, obbligandoci a sperimentare i benefici dello smart working. 

La generazione di cui parliamo è quella di ventenni che si esprimono in tutta libertà con il mondo digitale all'insegna di TikTok e hashtag. E che, senza peli sulla lingua, a dispetto di chi pensa sia una "scusa" per non affaticarsi troppo, dicono di rifiutare, o quanto meno di non voler prendere seriamente il mondo del lavoro. Tutto è iniziato con il post in TikTok di Zaid Khan, 24 anni e ingegnere a New York, che a metà luglio ha realizzato un video in cui sostiene: “Stai ancora svolgendo i tuoi doveri, ma non ti adegui più mentalmente alla cultura del trambusto secondo cui il lavoro deve essere la nostra vita. La realtà è che
non lo è, e il tuo valore come persona non è definito dal tuo lavoro”. L'hashtag #quietquitting ha raggiunto in pochissimo tempo ben 8,2 milioni di visualizzazioni.

La seconda metà del 2022, è quidi un quiet quitting generale: in Cina si chiama "mo yu", ossia la filosofia di "toccare i pesci". Negli Statii uniti, l tasso di produttività sta destando preoccupazione. I dati sulla produttività dei lavoratori statunitensi infatti hanno registrato il più grande calo annuale nel secondo trimestre. Secondo quanto pubblicato dal repost State of the global workplace 2022 in Europa solo il 14% dei lavoratori dipendenti è davvero coinvolto nella propria attività lavorativa. La prossima sfida nei prossimi mesi (forse anche anni) per i manager è riuscire a rialzare il coinvolgimento dei propri dipendenti. 

Ciò sarà possibile solo trovando una via per conciliare gli obiettivi di business dell'azienda con le esigenze dei lavoratori. Ragionare per obiettivi – e non per compiti da completare entro la giornata – e offrire delle prospettive di crescita gratificanti aiuta le persone ad affrontare le ore di lavoro in modo diverso e a sentirsi più motivate e coinvolte. E ciò è possibile solo con la costruzione puntuale e continua di un rapporto di lavoro volto all'empatia e all'ascolto. Questo nuovo grido intergenerazionale chiede alle aziende di rivedere le basi del modello economico, ridefinendo gli obiettivi di business e rendendoli sostenibili per le persone.

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