"Le aziende di Civita Castellana sono moderne e sicure ma hanno pochissime donne in ruoli apicali"
È quanto emerge da un rapporto della fondazione Bruno Visentini e di Unindustria cofinanziato dalla Camera di commercio. Bene anche il risparmio idrico, male la lotta al cambiamento climatico
"Le aziende di Civita Castellana sono moderne e sicure ma hanno pochissime donne in ruoli apicali". È quanto emerge dal rapporto "Sostenibilità territoriale del distretto della ceramica", realizzato dalla fondazione Bruno Visentini e da Unindustria e cofinanziato dalla Camera di commercio. Questa mattina la presentazione nell'auditorium dell'associazione a valle Faul, alla presenza del presidente Sergio Saggini e del numero uno della Camera di commercio Domenico Merlani.
"Il distretto ceramico - riassume Saggini - ottiene punteggi ragguardevoli per "Acqua pulita e servizi igienico-sanitari", per "Lavoro dignitoso e crescita economica" e per "Imprese, innovazione e infrastrutture". Sul tema dell'acqua è possibile distinguere tra aziende che trattano e riutilizzano acque di produzione e chi ha sviluppato prodotti che, nell'intero ciclo di utilizzo da parte del consumatore, hanno un consumo ridotto di acqua. In merito alle condizioni lavorative, il distretto mostra un'attenzione sempre maggiore in tema di sicurezza, ad esempio attraverso l'introduzione degli azzeratori di peso. In tema di innovazione, infine, il distretto risulta ben instradato sugli obiettivi di crescita sostenibile grazie agli investimenti compiuti dalle aziende, in particolare sull'efficientamento tecnologico del processo produttivo, dal momento che la quasi totalità dei referenti aziendali afferma di aver introdotto, nell'ultimo triennio, innovazioni tecnologiche di prodotto o processo".
Il report ha scattato una fotografia del distretto, mettendo in luce punti di forza e criticità delle imprese sui temi legati alla dimensione sociale, ambientale ed economica della sostenibilità. Promossi innovazione, sicurezza sul lavoro e risparmio idrico. Meno bene, invece, la lotta al cambiamento climatico e la questione della parità di genere.
"Le maggiori criticità - riporta Saggini - sono emerse in merito alla "Parità di genere", a causa del ridotto numero di donne in ruoli apicali all'interno delle imprese. La maggioranza delle aziende ha una percentuale di presenza femminile nei ruoli più importanti che arriva al massimo al 20%. Criticità anche nella "Lotta contro il cambiamento climatico". Per le aziende del distretto, infatti, temi quali la riduzione del gas a effetto serra sono difficilmente applicabili per motivazioni legate anche a limiti tecnologici".
Lo studio è stato coordinatore da Luciano Monti, docente della Luiss. "È stato coinvolto un campione - spiega - in assoluto anonimato. 1731 dipendenti, pari al 73% della forza di lavoro totale che è di circa 2mila 100 unità. L'indagine si è svolta con una serie di interviste nelle sedi aziendali, a cui è seguito un incontro con alcuni dei più importanti enti del territorio, in modo da acquisire anche la loro prospettiva per un coinvolgimento più ampio possibile su quelle sfide che, se superate, permetterebbero all'area di dirigersi su percorsi di crescita sostenibile ancora più efficienti".
Durante la presentazione gli interventi, tra gli altri, del deputato Mauro Rotelli e del presidente della Provincia Alessandro Romoli. "Il distretto - afferma Rotelli in collegamento da Rimini - sta facendo tanto per quanto riguarda il risparmio idrico, il riuso sereno acque belline e delle materie prima, l'efficientamento energetico e la sicurezza sul lavoro. Resta ancora molto da fare, invece, in ambito delle emissioni da Co2".
Propositive, invece, le parole di Romoli. "Gli enti locali - osserva -, a partire proprio dall'amministrazione provinciale abbiamo un attivo ruolo di supporto per il progresso, il rilancio e lo sviluppo del quadrante del distretto. Nella zona la Provincia sta lavorando all'ammodernamento delle strade e ad attività di formazione, come il corso sulla robotica, al via già dal prossimo anno".
A margine della presentazione dello studio anche l'intervento di Angelo Camilli, presidente di Unindustria. "Il distretto della ceramica sanitaria di Civita Castellana - afferma - è un brand che tutto il mondo ci invidia. Le aziende hanno puntato forte su qualità e innovazione e ci sono tutti gli elementi per promuovere e caratterizzare il distretto come un marchio internazionale di sostenibilità. Le imprese hanno una specificità del ciclo produttivo che le porta a essere particolarmente energivore e con margini limitati di riduzione delle emissioni. Eppure, anche per la grande crisi dei prezzi dell'energia che si sono trovati a fronteggiare, emerge una grande consapevolezza su questi aspetti ed è crescente l'interesse per nuove soluzioni. Già oggi, ad esempio, non si può che apprezzare i dati sul mix energetico".
Il 60% delle imprese ha, stando al report, impianti fotovoltaici che coprono tra il 25% e il 50% del fabbisogno aziendale. "Un dato non affatto banale - evidenzia Camilli -, considerate anche le difficoltà che spesso incontrano le imprese nelle fasi autorizzative. La sostenibilità va intesa sempre più come una leva di competitività essenziale per ogni territorio. Per il nostro sistema produttivo può diventare un processo di riposizionamento strategico fondamentale nelle catene del valore se sapremo, da un lato, accompagnare quelle più tradizionali e meno pronte verso soluzioni non traumatiche e, dall'altro, promuovere e sostenere iniziative industriali di frontiera per creare nuove filiere locali e nazionali sulle tecnologie e le soluzioni per la sostenibilità a 360 gradi".