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Materie prime raddoppiate e bollette pazze, i commercianti sono esasperati: "Siamo bastonati, ma se chiudiamo noi il paese affonda"

Ristoratori, titolari di bar ma anche fornai e caseari, devono fare i conti con bollette pazze e costi delle materie prime raddoppiate. Ecco le loro proposte

Gli imprenditori viterbesi sono in crisi e protestano: “Siamo diventati un lusso e ci chiamano pure ladri, ma con gli incassi non riusciamo nemmeno a sfiorare il costo delle bollette”. Ristoratori, baristi, fornai, caseari ma anche titolari d’azienda che non appartengono al settore Horeca, oggi pomeriggio si sono dati appuntamento al caffè Marini alla Quercia per lanciare il loro grido d’aiuto.

In queste settimane stanno facendo i conti con dei costi sproporzionati rispetto agli incassi. Ad alcuni di loro sono arrivate bollette da 9mila, 14mila e, addirittura, 34mila euro. Ma c’è anche chi ha assegni scoperti e non riesce a coprirli, chi ha un mutuo da pagare, chi non riesce nemmeno a pagare l’affitto e chi, purtroppo, dovrà licenziare i dipendenti o si vedrà la corrente staccata a breve per insolvenza.

“L’aumento dei fornitori deriva da quello del gasolio - spiegano -, così come quello delle materie prime. Prima eravamo luoghi di ritrovo, adesso siamo un lusso, perché le persone tolgono il superfluo in un momento di crisi. Con le entrate delle attività non riusciamo nemmeno ad avvicinarci ai costi di gestione e mantenimento. Andremmo premiati per tutti i sacrifici fatti durante il Covid e, invece, veniamo bastonati. La proposta del 30% sui decreti di imposta non aiuta, perché non è immediata e devono essere pagati dei professionisti per farlo. E l’abbattimento del 10% dell’Iva sulla bolletta è ridicolo - dicono -. Le banche dobbiamo pagarle per forza, altrimenti non avremo accesso al credito. La corrente se non paghiamo ce la staccano ed i pagamenti all’Inps devono essere corrisposti. In uno scenario del genere, l’extragettito è immondo”.

L'aumento delle bollette è tra i problemi più grandi. “A me - spiega un ristoratore - è arrivata una bimestrale da 34mila euro, ho chiesto di poter dare un anticipo di 9mila e rateizzare, ma mi è stato detto di no dal fornitore. Rispetto al pre-pandemia sono già al -50% degli incassi, ora mi ritrovo a pagare materie prime aumentate di quattro volte e bollette del genere, non vedo un futuro ed ho paura di dover licenziare i miei dipendenti. Aumentando la benzina, la gente esce meno. Aumentando i prezzi, i clienti non vengono più tutti i giorni. Una pasta e un caffè oggi dobbiamo venderli a 2,50 euro, mentre un panino e una Coca 5,60 euro, capite che la gente preferisce non spendere questi soldi”.

Gli imprenditori hanno avanzato le loro richieste davanti a Luisa Ciambella, candidata al parlamento per Azione ed unica aspirante deputata presente alla manifestazione. “Sconto in fattura, prezzo bloccato, rateizzazione delle bollette e no al taglio della corrente per chi non riesce a pagarle. Ci auguriamo - hanno concluso - che, di qualunque colore sia il nuovo governo, possa realmente darci una mano. Se chiudiamo noi, il paese affonda”.

“Io - ha detto Luisa Ciambella - conosco bene questi problemi perche ho un ristorante dato in gestione. Lo scostamento di bilancio, con Draghi dimissionario, non si può fare, il 26 ci sara una situazione nuova ed il Governo dovrà intervenire a posteriori. Il credito d’imposta non aiuta, noi del Terzo Polo vogliamo arrivare immediatamente all’autosufficienza e scostare nel prossimo governo dovrà essere fatto un distinguo tra il costo medio delle rinnovabili e quello da carburi. Dobbiamo incentivare questo atteggiamento, la Tuscia, nonostante le autorizzazioni folli per il fotovoltaico, non ha nemmeno la possibilità di scontare il disagio che abbiamo. Per voi, l’unica soluzione è capire come poter rateizzare, lo Stato deve prevedere fondi per i rimborsi”. Oltre alla Ciambella, erano presenti anche l’assessore regionale Alessandra Troncarelli (Pd), la consigliera dem Francesca Sanna e Matteo Achilli di Fratelli d’Italia.

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