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Cultura

Storia del carnevale della Tuscia: come è cambiata la festa più pazza dell'anno dal 1214 al 1940?

Lunedì evento del professor Quirino Galli nella sala conferenze dell'Openhub Lazio di Viterbo

Lunedì 20 febbraio dalle 16 alle 18 nella sala conferenze dell’Openhub Lazio di Viterbo, avrà luogo un evento sulla storia del Carnevale nel nostro territorio, a cura del professor Quirino Galli, autore del volume “Carnevale. Storia di Carnevale dagli archivi della Tuscia viterbese”.

Ogni regione italiana lo festeggia diversamente, ma quello che accomuna ciascuna di esse durante il periodo più pazzo dell’anno è sicuramente la voglia di divertirsi. Qual è la storia del Carnevale nel nostro territorio? Durante questo incontro verrà narrato un viaggio che va dal 1214 al 1940, ponendo un limite areale nella Tuscia viterbese per dare concretezza al raffronto tra i processi storici e il mutare dei sistemi culturali. Questa è anche la condizione metodologica per riscontrare le relazioni tra il persistere di motivi carnevaleschi, come dell’inversione dei ruoli, la maschera, la grande abbuffata, il ballo, la satira sociale e il potere politico.

Come mai ci si maschera durante questa festività? Lo spirito di questa celebrazione è quello di livellare l’ordine delle cose, ribaltare la realtà con l’immaginazione e la fantasia e mettersi nei panni di ciò che non si è attraverso i travestimenti. La dice lunga anche il proverbio, derivato dall’antico detto latino, che viene associato al Carnevale: “Semel in anno licet insanire” che tradotto significa "una volta l'anno è lecito impazzire".

La parola “Carnevale” deriva dal latino carnem levare, ovvero “eliminare la carne”, poiché anticamente indicava il banchetto che si teneva l’ultimo giorno di questa festività, il martedì grasso, prima del periodo di astinenza e digiuno dettato dalla Quaresima, durante la quale a nessuno era permesso mangiare carne.

È una festività senza una data fissa poiché il suo periodo inizia la prima domenica delle nove che precedono quella di Pasqua. Raggiunge il culmine il giovedì grasso per terminare il martedì successivo, chiamato il martedì grasso, che a sua volta precede il mercoledì delle ceneri che rappresenta l’inizio della Quaresima.

Il professor Quirino Galli, antropologo e viterbese di adozione, ha scritto 15 libri che interessano la Tuscia e numerosi saggi. È stato docente di Storia del teatro e teoria e prassi della messinscena all’Accademia di belle arti di Viterbo e assistente alla regia con Orazio Costa Giovangigli. Ha collaborato con il professor Federico Doglio, fondatore del Centro di studi sul teatro medioevale e rinascimentale.

Il luogo dell’appuntamento, l’Openhub di Viterbo sito in via Luigi Rossi Danielli 11, è uno spazio fisico dedicato all’incontro tra cittadinanza, amministrazioni pubbliche, terzo settore, università, scuole ed imprese. L’Hub della Regione Lazio è aperto al territorio e offre servizi pubblici gratuiti alla persona e alle imprese, nonché iniziative sociali e culturali. I posti sono limitati e per partecipare all'evento è necessario prenotare, chiamando il numero verde 800 985099 o scrivendo all'indirizzo mail viterbo@openhublazio.it.

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