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Sabato, 20 Aprile 2024
VOLANO STRACCI

La minoranza si lamenta dei limiti alle interrogazioni al sindaco: nervi tesi e accuse al presidente del Consiglio

Scintille in Comune ed accuse in punta di regolamento, il presidente Letizia Chiatti non ci sta e risponde: “Prendetevi una camomilla”

Tutti contro Letizia Chiatti. Il presidente del Consiglio comunale nel mirino dell’opposizione, che denuncia i presunti limiti alle interrogazioni da sottoporre al sindaco, agli assessori e ai dirigenti. Ieri, in Sala d’Ercole, è nata una discussione piuttosto infuocata. 

Tutto è partito dalla domanda del leghista Andrea Micci: “Nell’arco di queste tornate riusciremo a fissare un consiglio comunale per le interrogazioni?”. La risposta della Chiatti arriva puntuale: “Mi era stato chiesto a gennaio di fissarlo, era però quello che non si è tenuto per la concomitanza di vostri altri impegni. L’articolo 25 del regolamento dispone che il presidente fissi il consiglio per le interrogazioni nel momento in cui pervengano almeno sette interrogazioni scritte. Non siamo riusciti a rispettare quest’ultima regola, quantomeno arriviamo alle sette e poi lo fisseró”. Da qui il battibecco con Andrea Micci, che attacca: “L’articolo 24 al comma 4 dice che la conferenza dei capigruppo stabilisce all’inizio di ogni tornata in quale seduta verranno effettuate le interrogazioni. Quindi c’è sempre una seduta di interrogazioni, non dobbiamo depositarle per forza sette”. “Non è così. Per come interpreto io - risponde Chiatti - il regolamento è questo e, se mi chiedete di fissare un consiglio per le interrogazioni, lo fisso a prescindere. La data la stabiliremo nella prossima capigruppo”. 

Lega consiglio comunale-2

Ma poi arriva anche Ubertini, che ci mette il carico chiamando in causa il sindaco Frontini: “Bisogna predicare e razzolare nella stessa maniera, bisogna confrontarsi sempre. Le interrogazioni si sono sempre fatte, lo sapete bene, è diritto dell’aula interpellare assessori o dirigenti e qui sono quattro mesi che non si fanno interrogazioni”. Chiatti replica anche a queste dichiarazioni: “Sono io che decido i lavori del Consiglio insieme ai capigruppo, prendetevi una bella camomilla cosi siamo tutti più sereni. Non è il sindaco a decidere, le mie decisioni le prendo in totale autonomia, al contrario di altri”.

Finita qui? Neanche per sogno. Subentra l’altro Micci, Elpidio, che prende la parola e attacca:“La camomilla se la prenda lei. Non è la prima volta che si parla di come vengono gestiti i Consigli, l’altra volta ad esempio non voleva darmi la parola perché diceva che dovevo prenotarmi. Come tutti quelli che l’hanno preceduta negli anni, anche lei da presidente, alla fine di ogni intervento, dovrebbe chiedere se ci sia qualcuno che voglia intervenire. Il sindaco interviene solo alla fine e poi si vota”. Alla fine, Chiatti chiude l’accesa discussione: “Le faccio passare quello che ha detto, così almeno i giornali le danno un po’ di visibilità. Io ho chiesto soltanto di segnarvi quando dovete parlare, non ho negato a nessuno di esprimersi. Al termine della seduta stabiliremo la data per le prossime interrogazioni”.

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